Una società neozelandese ha avviato il progetto di un vero e proprio sistema di trasferimento dell’elettricità wireless: si tratterebbe di un modello adatto ad un uso commerciale e sarebbe in circolazione già da alcuni anni presso altri settori
L’elettricità come la conosciamo noi è un concetto che, nelle sue basi, è rimasto invariato rispetto a decine di anni fa. Certo, è sicuramente cambiata la qualità con cui viene trasmessa l’elettricità e sono stati fatti passi da gigante sul fronte del risparmio energetico. Ma la base essenziale dell’elettricità, ossia la trasmissione via cavo, è ancora oggi lo standard.
Una società neozelandese sta per abbattere questo concetto considerato “vecchio”. Lo sta per abbattere non per la prima volta, dato che questa particolare tecnologia di elettricità wireless è già utilizzata in alcuni settori diversi da quello considerato in questo articolo. E la nuova tecnologia potrebbe avere grandi risvolti positivi, ma anche alcuni rischi da non sottovalutare e su cui la compagnia sta lavorando.
Elettricità wireless: l’idea di Emrod
A progettare questa tecnologia di elettricità wireless è Emrod, compagnia per l’appunto neozelandese che in questi mesi ha avviato lo studio di una soluzione efficiente per portare l’elettricità senza fili. L’azienda, con sede ad Auckland, ha potuto godere dell’appoggio di due enti, il governo neozelandese e il distributore nazionale di energia elettrica Powerco: il progetto sarebbe destinato esclusivamente all’utilizzo in un’azienda, dunque a scopo commerciale, come una sorta di “circuito chiuso”.
Il concetto è il seguente. Si realizza un vero e proprio parco fotovoltaico sull’Isola del Nord, e si trasmette tutta la corrente ad un’azienda che si trova a diversi chilometri di distanza, abbattendo le “barriere naturali” che impediscono di trasportare corrente elettrica in determinati luoghi remoti.
Per fare ciò, l’energia viene convertita in radiazione elettromagnetica attraverso una speciale antenna trasmittente; nell’azienda cui è destinata l’energia, invece, viene installata un’antenna ricevente, che immagazzina l’elettricità e la trasmette all’impianto industriale tramite le odierne modalità (dunque via cavo). In altre parole, l’energia viene trasmessa sotto forma di un fascio ristretto di microonde mirate, creando una sorta di “grande bobina di Tesla”.
Tentativi precedenti e possibili rischi
A dir la verità, l’utilizzo dell’elettricità wireless non è una novità assoluta: se ne fa già uso in altri contesti, come ad esempio in ambito militare o spaziale. La NASA detiene il record in tal senso, avendo trasmesso già nel 1975 un totale di 34 kW di potenza, trasmessa lungo 1,55 chilometri tramite microonde a una frequenza di 2,38 GHz.
Leggi anche:
- Nuovi cerotti a Nano-Tecnologia per guarire con meno dolore e più in fretta
- Impianto celebrale comandabile da smartphone: diverremo tutti come Johnny Mnemonic?
Restano comunque i problemi nell’utilizzo di questa nuova tecnologia, come ad esempio la possibile interferenza generata da animali, o anche elicotteri, che passano attraverso il fascio di microonde trasmesso e che potrebbero quindi interrompere il segnale, recando un grave danno immediato alla produttività dell’azienda che ne fa uso. La società neozelandese comunque ci sta lavorando attentamente, e potrebbe portarci novità interessanti nel prossimo futuro.