Grazie all’intelligenza artificiale, il Massachusetts Institute of Technology (MIT) è riuscito a creare ologrammi 3D in tempo reale, non soltanto su dispositivi complessi ma anche su smartphone. La novità potrebbe dare un grande aiuto nella stampa 3D e nella realtà virtuale
Fino a qualche tempo fa gli ologrammi erano appannaggio della fantascienza e del cinema futuristico, dove ci si immaginava un futuro basato su auto volanti e su persone vere e proprie proiettate tramite un ologramma. In altre parole, un ologramma è una proiezione in tre dimensioni, frutto di un complesso sistema di laser in grado di ricreare l’effetto fotografico della tridimensionalità.
Il confine tra fantascienza e realtà nel corso degli anni si è fatto sempre più sottile, arrivando a creare qualcosa di simile, anche se non esattamente come ci si aspettava dai film e dalla letteratura. In ogni caso, un deciso passo in avanti è stato fatto dal MIT, Massachusetts Institute of Technology, celebre per studi in campo tecnologico.
Il MIT ha studiato e messo a punto un sistema in grado di produrre ologrammi 3D in tempo reale, anche su smartphone.
La caratteristica peculiare degli ologrammi, come si può immaginare, è che essi offrono una prospettiva diversa in base alla posizione dello spettatore: ciò comporta che l’occhio dello spettatore ha la possibilità di focalizzarsi prima sul vero e proprio “oggetto” dell’ologramma, poi sullo sfondo dietro esso. Fino ad oggi lo sviluppo di un ologramma ha sempre richiesto l’impiego di supercomputer: produrre ologrammi richiedeva una grandissima capacità di calcolo da parte della macchina, troppo esigua se messa in relazione alle capacità dei computer tradizionali.
Il punto di svolta, che ha permesso agli studiosi del Massachusetts Institute of Technology di trovare un modo molto più semplice per realizzare ologrammi 3D, è rappresentato dall’utilizzo di una rete neurale in grado di mimare il modo in cui il cervello umano processa le informazioni visive. Dopo averla realizzata, gli studiosi hanno implementato al suo interno una serie di 4000 immagini create al computer, contenenti informazioni su colore e profondità in ogni pixel componente l’immagine, assieme ai corrispettivi ologrammi.
In questo modo l’IA è stata “addestrata” a calcolare il modo migliore per generare gli ologrammi, e questo ha permesso all’intelligenza artificiale di ricrearne alcuni in una frazione di tempi brevissima, pari a qualche millisecondo. L’utilizzo di memoria è peraltro davvero esiguo: si parla di meno di un megabyte di memoria, una cifra incredibilmente bassa se paragonata allo spazio d’archiviazione disponibile sugli smartphone.
Ma a cosa potrebbe servire produrre un ologramma 3D? In realtà le applicazioni potenzialmente utili sono svariate. In primo luogo, ad esempio, potrebbe portare benefici per la stampa 3D, rendendola più precisa e veloce.
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