Jack Dorsey, fondatore di Twitter, ha deciso di vendere all’asta il primo tweet della storia, pubblicato nel 2006. In pochi giorni l’offerta ha raggiunto i 2,5 milioni di dollari ed è destinata a salire
Chi, navigando su una piattaforma o su un social network non si è mai chiesto: “Come ha avuto inizio tutto ciò?”. Effettivamente, ogni grande invenzione – prima di diventare un fenomeno mondiale – è passata dalle fasi iniziali, ovvero i cosiddetti esordi. Un esempio lo si ha con YouTube: il 23 aprile 2005 il co-fondatore della piattaforma Jawed Karim pubblica “Me at the zoo” (Io allo zoo), un banalissimo video di 18 secondi, nel quale egli parla di fronte al recinto degli elefanti dello zoo di San Diego (California). Ebbene, quello è il primo video della storia di YouTube ed oggi conta 156 milioni di visualizzazioni. Sicuramente, anche nelle sue previsioni più ottimistiche, Karim non avrebbe mai immaginato che poco più di un anno dopo avrebbe venduto la sua piattaforma a Google per 1,65 miliardi di dollari.
Ma così come “Me at the zoo” è diventato un’icona di YouTube, anche il primo tweet della storia di Twitter non è da meno. Pubblicato il 21 marzo 2006 dal fondatore e CEO Jack Dorsey, oggi è tornato di attualità in quanto è stato messo in vendita all’asta dallo stesso autore. Avete capito bene, il primo cinguettio della storia (un semplice “just setting up my twttr”) è in vendita come “non-fungible token” (NFT), ovvero come un oggetto da collezione digitale che non può essere scambiato in alcun modo. Al momento, il primo pezzo di storia di Twitter ha già incassato un’offerta da 2,5 milioni di dollari, presentata da Sina Estavi, CEO della piattaforma Bridge Oracle. Prima di lui, Justin Sun, fondatore della criptovaluta TRON, aveva offerto 2 milioni di dollari. Tuttavia la cifra è chiaramente destinata a salire ulteriormente.
Il primo tweet della storia in vendita all’asta: parte di un fenomeno in crescita
L’asta per aggiudicarsi il primo tweet della storia di Twitter è iniziata nei giorni scorsi, quando Dorsey ha pubblicato un link che rimanda alla piattaforma digitale “Valuables”, (lanciata tre mesi fa) che consente l’acquisto e la vendita di tweet autografati dai creatori. In un post sul sito web, Valuables paragona l’acquisto di un tweet a un più tradizionale autografo o oggetto da collezione: “Possedere qualsiasi contenuto digitale può essere un investimento finanziario. Può avere valore sentimentale. Come un autografo su una figurina di baseball, lo stesso NFT è l’autografo dell’autore sul contenuto, rendendolo scarso, unico e prezioso”.
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Di recente, i non-fungible token sono diventati molto popolari: si tratta di token digitali unici che verificano l’autenticità e la proprietà, attraverso l’uso della blockchain. Come detto prima non sono quindi scambiabili: ogni NFT è unico e funge da oggetto da collezione che non può essere duplicato, cosa che li rende rari e che ha fatto di conseguenza nascere il mercato degli oggetti da collezione crypto.