Clubhouse si aggiorna, c’è anche una funzione anti-troll che solletica la curiosità di Facebook, che pensa già ad un clone…
Come abbiamo scritto nei giorni scorsi e potuto constatare con i nostri occhi, Clubhouse è il social network del momento.
Negli ultimi tempi, infatti, si sta diffondendo soprattutto tra le nuove generazioni, facendo segnare numeri da record sia in termini di registrazioni settimanali, che a livello di crescita di valore in ambito economico.
A determinarne il successo la sua peculiarità che vede la piattaforma social basarsi sull’audio, piuttosto che sulla classica condivisione di testi, foto o video.
Ogni tipo di discussione, infatti, avviene esclusivamente tramite vocale, una sorta di mega podcast in cui però nulla viene registrato. Un’idea vincente che infatti altre aziende social vogliono ora copiare.
Clubhouse, il social solo audio che sta riscuotendo consensi (se non ne avete mai sentito parlare, vi consigliamo una lettura qui) ha inserito una funzione anti-troll, cioè contro i disturbatori della rete.
Cosa comporta la funzione anti-troll
il social network ad invito creato da Paul Davison e Rohan Sethcontinua pr la sua strada, e proprio in queste ore si aggiorna per migliorare il servizio, e tra le novità dell’update spicca una nuova, interessante funzione: quella anti-troll.
“Abbiamo una politica di tolleranza zero per il trolling, quindi se vedi che qualcuno disturba, vogliamo tu possa segnalarlo“, si legge nell’aggiornamento dell’applicazione.
Un’altra novità dell’aggiornamento è rappresentato dalla nuova icona dell’app, col volto di Bomani X che lascia il posto a quello di Axel Mansoor. Musicista come il predecessore, ha 28 anni ed è molto conosciuto tra gli utenti che si collegano dagli Stati Uniti. Il giovane artista, infatti, ha una sua stanza con più di 5.000 membri dove si esibisce tutte le sere suonando musiche rilassanti.
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La nuova popolarità di Clubhouse
Clubhouse si presenta come una sorta di via di mezzo tra un servizio di messaggistica e una piattaforma per le videoconferenze unicamente basata sull’audio.
Questo perché i contatti avvengono all’interno di apposite stanze che possono essere pubbliche o private: le prime sono liberamente accessibili, le seconde solo su invito (come i gruppi Telegram, per intendersi).
Tutte prevedono la presenza di un moderatore che ha facoltà di dare o togliere voce ai singoli partecipanti: una figura cruciale per evitare fastidiose sovrapposizioni negli incontri più affollati.
Le interazioni si svolgono infatti in tempo reale e a microfono aperto: nulla che abbia a che fare con ipotetiche sequele di messaggi vocali archiviate nelle chat.
Il che favorisce anche la privacy, in quanto le conversazioni non possono essere né registrate né scaricate, e in ogni caso vengono definitivamente rimosse alla chiusura delle stanze.
Clubhouse, secondo l’analista Vajresh Balaji, ha raggiunto oltre sei milioni di utenti molti dei quali si sono aggiunti tra gennaio e febbraio.
Oltre 10 milioni hanno al momento scaricato l’app (dati AppFigures) che funziona solo su iPhone e iPad.
La grande popolarità è arrivata con lo sbarco di persone famose come Elon Musk, Oprah Winfrey e Drake.
E anche Mark Zuckerberg ha aperto un profilo.
Ed è proprio del 7 febbraio la notizia, pubblicata dal New York Times, che Facebook starebbe lavorando ad un rivale di Clubhouse, una strada già percorsa da molti giganti del web che copiano soluzioni vincenti e poi le replicano con i loro mezzi e numeri.