Robot esploratore si orienta come l’uomo. La rivoluzione a portata di mano.
E’ un robot, ma per orientarsi ed esplorare si serve di un sistema di navigazione molto simile a quello impiegato dal cervello umano.
Il nuovo robot esploratore, la rivoluzione della robotica, è finalmente realtà.
Lo hanno sviluppato i ricercatori dell’Agenzia per la Scienza tecnologia e ricerca di Singapore ed è stato presentato nella Conferenza internazionle sull’Intelligenza artificiale.
Le funzioni di ‘navigazione’, simili al cervello umano sono svolte un algoritmo che imita il Gps del cervello.
Quando un essere umano cerca una strada, attiva una sorta di sistema “gps” contenuto nel cervello, in grado, tramite ricordi visivi, di ritrovare la strada già percorsa o di sapersi orientare.
Tale sistema è stato riprodotto con un algoritmo utile a creare il primo robot esploratore capace di orientarsi come un umano.
Come dicevamo, a svilupparlo sono stati i ricercatori dell’Agenzia per la Scienza tecnologia e ricerca di Singapore, coordinati da Miaolong Yuan.
Il robot è stato testato in una stanza chiusa di 35 metri quadrati ed è stato capace di costruire la propria mappa neurologica della stanza, senza aiuti esterni.
A svolgere le funzioni di orientamento nel cervello degli uomini sono le cellule di posizione, che si attivano quando si riconosce un luogo familiare e quelle a griglia, che forniscono un sistema di riferimento utile a comprendere dove ci si trova quando si guarda una mappa.
“Un navigatore impiega dei segnali come stelle o punti per capire dove si trova la nave in una cartina e quando si muove, aggiorna la sua posizione nella mappa osservandone la velocità e la direzione”, afferma Yuan.
Nel robot esploratore è stato utilizzato il medesimo schema dei neuroni dell’uomo, usando dei software e un algoritmo che imitano l’attività delle cellule Gps del cervello umano.
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Non è una novità, tuttavia, unica nel suo genere. Qualcosa di simile era già stato creato.
A 56 anni dallo storico viaggio della Pioneer 1, la prima sonda lanciata nello spazio, l’esplorazione del cosmo è ancora una faccenda piuttosto complessa, fatta di razzi vettori, dispositivi di atteraggio, sistemi di propulsione e apparecchiature varie.
La necessità di contenere i costi e, allo stesso tempo, di moltiplicare le missioni fuori dal nostro pianeta stanno spingendo la NASA a studiare sistemi alternativi, più flessibili ed economici rispetto agli attuali.
Due robot al prezzo di uno, come soluzione.
Un team di ricercatori del NASA Ames Research Center ha recentemente presentato Super Ball Bot, un esoscheletro robotico capace di sbarcare e muoversi in autonomia su un nuovo pianeta e che al suo interno contiene e protegge gli strumenti scientifici necessari all’esplorazione del nuovo mondo.
“Questi robot potrebbero riunire in una sola apparecchiatura i sistemi di atterraggio e di esplorazione di un pianeta extraterrestre” spiegano ai media Adrian Agogino, Vytas SunSpiral e David Atkinson.
La struttura flessibile e compatta, formata da elementi in grado di allungarsi e comprimersi, permetterebbe ai robottini di atterrare in tutta sicurezza senza bisogno di sistemi complessi come paracadute o lander.
E una volta toccato il suolo potrebbero inziare da subito l’esplorazione del nuovo mondo rotolando e saltellando su se stessi.
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