Dopo 8 anni di valido lavoro in giro per il mondo e le zone più remote, Loon lascia il servizio attivo.
Alphabet, la casa madre di Mountain View, decreta la prossima chiusura del progetto Loon. Nato quasi un decennio fa, 8 per l’esattezza, con l’ambizioso compito di coprire le zone d’ombra del globo tramite palloni aerostatici, altrimenti irraggiungibili dalle connessioni internet.
Il progetto prevedeva una tecnologia in grado di essere facilmente trasportata e attivata in zone impossibili da raggiungere. Questo progetto sperimentale prese il via nel 2013 con le prime unità dotate di tecnologia 3G per poi, nel 2015, passare alle Long Term Evolution (LTE ndr) ovvero la Banda Larga per internet nelle reti mobili. Durante il suo servizio ha preso accordi con AT&T, T-Mobile, Vodafone e Telefonica ma sempre e solo solo brevi partnership dedicate al periodo.
Anche se visionario il progetto aveva basi scientifiche tanto solide quanto semplici: utilizzando l’altezza di volo nella stratosfera, ovvero 19mila metri d’altezza, riesce a prorogare il cono del segnale Internet in modo più ampio che da terra posto su lunghi tralicci d’acciaio. Inoltre, la mobilità viene data grazie alle correnti d’aria presenti nella stratosfera e, per di più, il suo rimanere in volo può comunque durare mesi. Il pallone aerostatico di Google Loon è composto dalla parte superiore, ovvero il pallone che incamera i gas, e da quella inferiore con l’apparato di comunicazione.
Quest’ultimo è un insieme di tecnologie: possiede alcuni pannelli fotovoltaici per essere sempre carico di energie, le batterie per l’accumulo, le antenne di trasmissione, i circuiti ed un paracadute che, al termine del suo volo, veniva azionato per far atterrare il modulo intatto a prescindere se si fosse trattato di manutenzione o malfunzionamenti. Una volta atterrato, o ammarato come è anche successo, veniva recuperato dai tecnici del progetto guidati dal suo segnale GPS, cosicché potessero aggiustarlo e una volta ripristinato era pronto per riprendere quota.
Questo progetto oltre a sostenere zone remote come vette di montagne, deserti e foreste è anche in grado di essere utilizzato per appoggio alle troupe di salvataggio o protezione civile. Basta ricordare gli ultimi anni del decennio appena chiuso quando, nel 2017 riuscì a dare connessione allo stato del Portorico devastato dall’uragano Maria; poi, nel 2019, si è passati al caso del Perù che colpito da un terremoto di magnitudo 8 aveva necessità di rimettere in contatto le persone e garantire i servizi.
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Nonostante questi successi riconosciuti i palloni del progetto Loon dovranno ora però tornare a terra definitivamente. Secondo quanto riferito il problema sarebbe che i costi sono troppo elevati ed Alphabet, per suo conto, non sia riuscita a trovare partner per sviluppare la tecnologia e gestire il servizio nel medio e lungo termine.
Come se tutto ciò non fosse già abbastanza, il colpo finale è stato dato da Elon Musk che con il suo sistema di satelliti orbitali Starlink ha reso obsoleto il progetto, visto che riescono a fornire una copertura maggiore rimanendo stabili in orbita.
Chissà ora quali saranno le prossime meraviglie che Mountain View ci proporrà.
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