Dopo le vicende relative alle nuove norme della privacy di WhatsApp, una larga schiera di utenti si è “trasferita” su Signal. E l’app non è riuscita a sopportare il carico di utenza
I recenti sviluppi sulla questione WhatsApp e privacy sono stati piuttosto controversi. Dopo l’aggiornamento sulle policy dell’azienda, moltissimi utenti si sono sentiti “minacciati” da queste nuove regolamentazioni introdotte, e hanno pensato di cambiare social per fruire delle proprie conversazioni via chat.
In ogni caso, dopo alcuni recenti tweet e consigli di persone piuttosto famose, tra le quali rientra Elon Musk, a prendere il centro dell’attenzione è stata l’app Signal. Signal rappresenterebbe un applicazione di messaggistica perfetta per chi desidera scrivere ai propri amici in completa privacy e segretezza, senza alcuna raccolta di dati da parte dell’azienda.
Ma proprio questo progressivo spostamento verso l’applicazione ha causato dei problemi più o meno prevedibili, che si sono ben presto tramutati in un blocco totale dell’applicazione.
Nei giorni scorsi infatti Signal è rimasta inaccessibile per ben 24 ore, rendendo inutilizzabile l’app nel suo complesso. La causa di tutto questo ovviamente è la grande mole di utenza che si è riversata sull’applicazione, dopo le ultime chiacchiere inerenti all’argomento.
Queste le parole del team di Signal:
“Abbiamo aggiunto nuovi server e capacità extra a un ritmo record ogni singolo giorno questa settimana senza sosta, ma oggi le cifre hanno superato anche le nostre proiezioni più ottimistiche. Milioni e milioni di nuovi utenti stanno inviando un messaggio importante, ossia che la privacy è fondamentale. Apprezziamo la tua pazienza”.
“Signal sta riscontrando alcune difficoltà tecniche. Stiamo lavorando duramente per ripristinare il servizio il più rapidamente possibile” prosegue poi il team attraverso il proprio account Twitter.
Il motivo è presto detto: dopo le vicende su WhatsApp, gli utenti hanno seguito le voci sempre più ricorrenti nel mondo della messaggistica mobile e hanno optato per il “nuovo” social, che dovrebbe garantire assoluta privacy.
I server non sono riusciti a garantire la giusta strutturazione per sopportare un carico di registrazioni e di connessioni così elevato, portando ad una fase di “blackout” completo. Per capire se il servizio è ancora in down, è sufficiente provare ad inviare un messaggio: qualora l’app non lo permettesse, significa che il servizio è ancora offline.
Al momento, però, la situazione sembra tornata alla normalità.
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WhatsApp, lo ricordiamo, è stata al centro di una serie di cattive voci circolanti sul Web dopo le nuove proposte in materia di privacy. A dirla tutta, tali proposte non intaccano la situazione italiana, dato il GDPR emanato in Europa nel 2018, che impedisce la condivisione di dati personali di utenti europei con Facebook.
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