Un robot della Columbia University ha imparato a prevedere le azioni future di un robot partner, mostrando quello che i ricercatori considerano come il primo esempio di empatia primitiva
Come una coppia di lunga data può essere in grado di prevedere ogni mossa dell’altra persona, un robot ha imparato a prevedere le azioni e gli obiettivi futuri di un robot partner, mostrando quella che noi definiremmo “empatia”. Ciò è avvenuto alla Columbia University di New York, in particolare nella scuola di ingegneria dell’ateneo statunitense, la Fu Foundation School of Engineering and Applied Science. Lo studio, guidato dal professore di ingegneria meccanica Hod Lipson e intitolato “Visual Behavior Modeling for Robotic Theory of Mind”, fa parte di uno sforzo più ampio, mirato a dotare i robot della capacità di comprendere e anticipare gli obiettivi di altri robot, puramente con semplici osservazioni visive.
Come riporta il sito web statunitense specializzato in tecnologia CNET, il risultati dello studio sono stati pubblicati lunedì 11 gennaio 2021 sulla rivista scientifica online Scientific Reports.
L’esperimento e la dimostrazione di empatia primitiva tra robot
I ricercatori hanno posizionato un mini robot in un piccolo box, programmandolo per trovare e spostarsi verso qualsiasi cerchio verde (due in totale) presente nel suo “raggio visivo”. Il robot si è mosso correttamente verso i cerchi verdi: altre volte, invece, i ricercatori “coprivano” uno dei due cerchi verdi con una scatola rossa, al fine di osservare se il robot fosse in grado di spostarsi verso l’altro cerchio verde, oppure se fosse rimasto fermo. Dall’alto, il robot partner osserva la scena, come visibile nell’immagine sottostante.
Dopo aver osservato l’altro robot muoversi per due ore, il robot osservatore è stato in grado di prevedere il percorso dell’altro 98 volte su 100 in diverse situazioni e senza che gli fosse “spiegato” esplicitamente l’handicap di visibilità del partner, fornendo quindi un rudimentale segno di empatia.
“I nostri risultati iniziano a dimostrare come i robot possono vedere il mondo dalla prospettiva di un altro robot“, ha affermato Bouyan Chen, uno degli autori principali dello studio. “La capacità dell’osservatore di mettersi nei panni del suo robot partner e capire, senza essere guidato, se egli potesse o meno vedere il cerchio verde dal suo punto di vista, è forse una forma primitiva di empatia”.
Progettando l’esperimento, i ricercatori si aspettavano che il robot osservatore avrebbe imparato a fare previsioni sulle azioni a breve termine del robot soggetto. Tuttavia non si aspettavano che egli fosse in grado di prevedere le future mosse del suo collega così accuratamente, con soltanto pochi secondi di “visione” come spunto. Sebbene i comportamenti mostrati dai robot in questo studio siano chiaramente molto meno sofisticati di quelli umani, i ricercatori ritengono che potrebbero essere la base per dotare i robot della Teoria della Mente (ToM), essenziale per noi esseri umani per comprendere “complesse” interazioni sociali come cooperazione, competizione, empatia e inganno.
Un assaggio del futuro?
Inoltre, gli umani sono ancora più efficienti rispetto ai robot nel descrivere le loro previsioni, grazie al linguaggio verbale. Per questo i ricercatori hanno chiesto al robot osservatore di fare le sue previsioni sotto forma di immagini, piuttosto che di parole. Tuttavia, ipotizza Lipson, “la capacità di un robot di prevedere visivamente le azioni future non è unica: anche noi esseri umani a volte pensiamo visivamente. Spesso immaginiamo il futuro con gli occhi della nostra mente, non con le parole“.
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Lipson, considerando che i robot stanno diventando via via più intelligenti e più utili, auspica che essi possano arrivare ad anticipare il modo in cui pensano gli umani e, addirittura, a manipolare quei pensieri. “Riconosciamo che i robot non rimarranno macchine passive che seguono le istruzioni“, ha aggiunto. “Come altre forme di intelligenza artificiale avanzata, speriamo che i responsabili politici possano aiutare a tenere sotto controllo questo tipo di tecnologia in modo che tutti possiamo trarne vantaggio“.