Su WhatsApp compare un aggiornamento dei termini di servizio da accettare entro l’8 febbraio, e in molti si “trasferiscono” su Signal. Ma le motivazioni non sembrano fondate
Praticamente tutti ci saremo accorti che, accedendo a WhatsApp, è comparso un nuovo avviso, il quale annuncia la modifica dei termini di servizio sulla privacy e sulla sicurezza. Essi vanno accettati entro l’8 febbraio, altrimenti l’app di messaggistica istantanea più famosa al mondo non sarà più utilizzabile. In molti, come riportato da più fonti, non hanno accolto nel migliore dei modi questo aggiornamento, preferendo “migrare” all’app rivale Signal, la quale non ha apportato alcuna modifica ai propri termini.
Un malinteso?
Ma, in realtà, sembra essere tutto un grande malinteso. Perché, sebbene cambieranno i termini di servizio, come riporta il sito bufale.net, per gli utenti europei non verranno attuate modifiche sulla condivisione dei dati. Di fatto, in Italia, non ci sarà nessun sostanziale aggiornamento sulla privacy e sui termini di utilizzo. Come riporta Il Fatto Quotidiano, questa non-novità è stata spiegata anche da numerosi esperti informatici, nonché da WhatsApp stessa, seppur blandamente.
Le due app “lavorano” infatti con lo stesso standard di sicurezza: la crittografia end-to-end. Se si considera questa “variazione” che avverrà a breve, non sembra quindi esserci alcun motivo fondato per scegliere Signal, fermo restando che ognuno è libero di affidarsi all’applicazione che ritiene più utile e comoda per le proprie esigenze.
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Signal: un’app consigliata da Elon Musk
Naturalmente, il nostro intento non è quello di screditare un’app utilizzata quotidianamente da milioni di persone, ma mettere in evidenza che continuando ad utilizzare WhatsApp (quindi accettando le nuove condizioni) non cambierà praticamente nulla, almeno per noi europei. Oltreoceano il dibattito è invece aperto: a favore di Signal si è schierato nientemeno che Elon Musk, diventato da qualche giorno l’uomo più ricco al mondo. Qualche giorno fa, il celebre imprenditore nato in Sud Africa ha infatti twittato un semplice e chiaro “Use Signal” (usate Signal), come visibile nell’immagine sottostante.
La migrazione
Fatto sta che in Italia e in altre parti del mondo è comunque avvenuta una grande “migrazione” da WhatsApp a Signal, tanto che il team dell’app si è trovato costretto a spiegare su Twitter per quale ragione si siano registrati ritardi sull’invio del codice di verifica per l’autenticazione: “I codici di verifica sono attualmente in ritardo perché tante nuove persone stanno cercando di unirsi a Signal in questo momento (riusciamo a malapena a contenere il nostro entusiasmo). Stiamo lavorando coi tecnici per risolvere il problema il più rapidamente possibile. Tenete duro”.
Potrà anche essere un malinteso, ma siamo contenti per loro. E se una persona come Elon Musk ne consiglia esplicitamente l’utilizzo vorrà dire che non sarà poi tanto male.