IBM pagherà una multa di oltre 24 milioni di dollari al governo americano

Dopo oltre 15 anni, IBM ha accettato di pagare l’incredibile cifra di 24,25 milioni di dollari alla Commissione Federale per le comunicazioni USA (FCC) per la risoluzione di due indagini

ibm e-rate
Il logo di IBM durante il Mobile World Congress del 2019, svoltosi a Barcellona – MeteoWeek.com

IBM, la più antica e celebre azienda informatica al mondo ha accettato – nella giornata di mercoledì 23 dicembre – di pagare 24,25 milioni di dollari per porre fine a due indagini effettuate dalla Commissione Federale per le comunicazioni (Federal Communications Commission, FCC) americana. Esse riguardavano alcuni sussidi concessi al fine di collegare scuole e biblioteche alla banda larga e, sorprendentemente, erano in corso da oltre 15 anni.

Come riporta l’agenzia di stampa Reuters, le presunte violazioni delle regole riguardano il cosiddetto programma “E-Rate“, con il quale la FCC aiuta – con alcuni sconti – scuole e biblioteche ad ottenere attrezzature di telecomunicazione e accesso a Internet a prezzi accessibili. In base all’accordo, IBM ha accettato di restituire 24,25 milioni di dollari all’Universal Service Fund, che finanzia il programma E-Rate assistendo quindi scuole e biblioteche, senza tuttavia ammettere il comportamento illecito. Secondo la FCC, IBM non avrebbe soddisfatto le regole sulle offerte competitive a New York per il triennio 2005-2008 e avrebbe fornito attrezzature e servizi non idonei a El Paso (Texas) addirittura nell’ormai lontano 2001.


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IBM ha dichiarato di “aver agito in modo appropriato a sostegno del programma E-rate, ma anche nell’interesse di risolvere amichevolmente una questione di vecchia data”. E ha aggiunto di essere “lieta di aver raggiunto questo accordo”, nonostante abbia rivendicato la sua efficienza e serietà nel fornire connettività Internet a migliaia di scuole e biblioteche statunitensi attraverso il programma E-Rate.

Il presidente della FCC Ajit Pai si è invece limitato ad affermare che la Commissione ha agito in questo modo in quanto “deve proteggere l’Universal Service Fund da sprechi, frodi e abusi e garantire che i finanziamenti siano distribuiti nel modo più conveniente possibile“.

L’interno della sede della FCC a Washington D.C. – MeteoWeek.com

Una cifra da record, anche se poco influente

Tuttavia, non è assolutamente la prima volta che sono venuti alla luce problemi riguardo il programma E-Rate, soprattutto per quanto riguarda gli sprechi: uno dei più eclatanti riguardò il caso di 101 milioni di dollari di attrezzature distribuite soltanto per 9 scuole di Porto Rico. Curioso è anche il caso di una scuola ebraica di New York, che – nel 2013 – ha ricevuto migliaia di dollari in finanziamenti con l’E-Rate, nonostante la propria pratica di rifiutare la tecnologia moderna.

Altre cause hanno coinvolto società come AT&T (American Telephone and Telegraph Incorporated) e la celebre HP, che hanno risolto cause legali pagando rispettivamente 8,2 e 16,2 milioni di dollari. La cifra che IBM pagherà è quindi senza precedenti e sarà di fatto la più alta mai sborsata a causa di violazioni delle norme relative all’E-Rate. Va comunque evidenziato che essa avrà un’influenza minima – se non impercettibile – sulle “casse” dell’azienda informatica più antica al mondo: nel 2019 ha infatti registrato un utile netto di oltre 8 miliardi di dollari. 

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