Grande svolta imposta da Apple sulla privacy: tutte le app dovranno ora avere un’etichetta con la quale mostrano molti più dettagli su quali dati vengono raccolti e per cosa vengono utilizzati.
Da ieri, 14 dicembre, gli sviluppatori di applicazioni presenti su App Store devono presentare l’etichetta “informazioni sulla privacy”, nella quale evidenziano in maniera più chiara quali informazioni raccolgono e che uso fanno dei dati degli utenti. Come riporta l’agenzia Ansa, in ottica di trasparenza, Apple ha aggiornato la sezione del proprio sito dedicata alla privacy, nonché l’informativa sulla privacy che viene mostrata a chi usa i prodotti e i servizi del gigante tecnologico.
L’idea di Apple è quindi quella di dare il via ad un “nuovo corso”, nel quale prevede di fornire alle persone una sintesi generale facilmente comprensibile delle app. Come scritto da Ansa, Apple ha sottolineato che si tratta di un “programma ambizioso”, ma necessario, in quanto ha descritto la privacy come un “diritto umano inalienabile”.
“La posizione e le informazioni di contatto sono già due esempi di dati che gli sviluppatori di app potrebbero prendere per tracciare gli utenti e le loro attività. Altri dati come salute e forma fisica, informazioni finanziarie e cronologia delle ricerche possono essere collegati direttamente a un individuo”, ha affermato inoltre l’azienda.
L’etichetta è composta quindi da tre schede: i dati usati per tracciare l’utente; i dati collegati alla persona, riferiti all’account, al dispositivo o all’identità come la cronologia di navigazione, gli acquisti o la posizione; e i dati non collegati alla persona.
Tuttavia, il gigante della tecnologia ha affermato che non sta cercando di cambiare i modelli di business, ma che si tratta solamente “di dire agli utenti in modo trasparente quali dati vengono raccolti”.
L’azienda californiana si augura che questa nuova regola “focalizzi le menti” di sviluppatori e consumatori, e ha concluso dichiarando che effettuerà controlli a campione per garantire che gli sviluppatori siano onesti nelle loro dichiarazioni. Spesso, infatti, il problema sembrano essere i consumatori stessi, che non tengono conto o a volte neanche considerano le informazioni sulla privacy già presenti.
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E non manca ugualmente un po’ di scetticismo sulla scelta delle app più sicure, in quanto quelle considerata più “invasive” non verranno comunque sconsigliate o penalizzate per quanto riguarda le classifiche di Apple. “Tutti gli esperti di protezione dei dati e gli avvocati diranno che è un passo nella giusta direzione, e lo è, ma cosa cambia per l’utente?” ha affermato la ricercatrice indipendente Stephanie Hare alla BBC. “Non cambia la natura effettiva dei loro dati e ciò che accade con essi. Li rende più consapevoli della privacy, ma la scelta su come scaricare l’app stessa non è cambiata“.
Per ulteriori informazioni su questo provvedimento, puoi visionare qui tutti i dettagli sulla privacy relativi alle applicazioni elencati da Apple.
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