Il nuovo rover che tra qualche mese raggiungerà Marte avrà anche l’obiettivo di produrre ossigeno convertendo l’anidride carbonica oltre che raccogliere elementi di studio
Il rover Perserverance in viaggio verso Marte ha con sé un produttore di ossigeno in miniatura. Servirà a capire se è possibile estrarre l’ossigeno dall’aria marziana, non tanto per fare respirare gli astronauti, quanto per creare propellente per razzi. Quello che serve per tornare a casa.
La NASA vuole mandare gli uomini su Marte intorno al 2030, SpaceX di Elon Musk addirittura nel 2024. Tra le varie sfide che questa impresa comporta, c’è anche quella della fornitura di ossigeno. La NASA sperimenterà un sistema di produzione di ossigeno su Marte, una cosa mai vista fino ad ora.
Una nuova sfida per l’uomo che, in questi giorni più che mai, sta parlando della possibilità di creare una giova “colonia” su Marte ( Vedi Elon Musk e la sua idea di vivere sul pianeta rosso ) .
Marte è da tempo nel mirino della Nasa e degli scienziati.
Il “sogno” è quello di trovare vita sul Pianeta rosso, una scoperta che cambierebbe la geografia astronomica e non solo! Per questo l’agenzia spaziale Usa ha progettato la missione lunare che dovrà essere il trampolino di lancio di quella marziana.
E così la notizia che nell’atmosfera di Marte sono stati rilevati indizi di presenza di ossigeno, che sulla Terra è sinonimo di vita, appare come il primo passo per realizzare quel sogno.
La rilevazione è avvenuta al di sopra del cratere Gale dal laboratorio marziano Curiosity della Nasa, attivo dall’agosto 2012, è una scoperta straordinaria.
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Come si produce ossigeno su Marte
Il rover che atterrerà su Marte è dotato di tecnologie all’avanguardia e tra queste c’è il primo elicottero nel suo genere e non finisce qui.
A bordo del rover è presente un dispositivo particolare, unico, ovvero il Mars Oxygen Insitu Resource Utilization Experiment, o abbreviato anche MOXIE.
Il suo scopo è produrre ossigeno sul pianeta attualmente inospitale per l’uomo.’
L’O2 è presente su Marte, ma pochissimo rispetto alla Terra. La sua percentuale nell’atmosfera è di appena il 0,2%, non abbastanza per la nostra sopravvivenza. Per le colonie spaziali ce ne vorrà molto ed è impossibile pensare di trasportarlo coi viaggi, ma piuttosto serve una sorgente diretta. MOXIE serve a trasformare il CO2 in O2.
Scopo del suo lavoro è quello di assorbire l‘anidride carbonica, dividere elettrochimicamente le molecole in ossigeno e in monossido di carbonio e combinare le mole singole di ossigeno in O2 che dovrebbe raggiungere una purezza del 99,6%, ossigeno respirabile quindi. L’idea è di creare dispositivo più grandi che ne producono in grandi quantità e liberare il monossido di carbonio, tossico per noi, nell’atmosfera.