Covid: attacco cyber a Ema, rubati documenti vaccino

Documenti legati al vaccino anti Covid Pfizer-BioNtech sono stati rubati nel corso di un cyber attacco contro l’agenzia europea del farmaco con sede ad Amsterdam.

Sede Pfizer – MeteoWeek.com

Cyber attacco all’Ema, Agenzia europea per il farmaco, cui sono stati rubati alcuni documenti legati al vaccino anti-Covid Pfizer-BioNTech.

Si tratta di uno dei primi vaccini resi pubblici per la sua quasi totale efficacia sulle prove fatte sull’uomo, sviluppato in un anno dalla famosa catena farmaceutica.

E’ importante sottolineare che né il sistema BioNtech né quello di Pfizer sono stati violati in relazione a questo incidente e che non abbiamo conoscenza dei dati personali che sarebbero stati violati”, ha precisato la casa farmaceutica.

Resta comunque la gravità di un attacco hacker alla principale agenzia del farmaco della Ue, in un momento talmente delicato da far risentire le ripercussioni il doppio rispetto ad una situazione magari più normale.

Nel corso dell’attacco sono stati rubati documenti legati al vaccino anti-Covid già approvato in Gran Bretagna e che da qualche giorno è stato somministrato ai primi cittadini, con priorità di anzianità e per chi lavora nelle RSA.

Attendiamo ulteriori informazioni sull’indagine dell’Ema e risponderemo appropriatamente e in accordo con la legge Ue“, ha proseguito l’azienda. “Date le considerazioni cruciali di sanità pubblica e l’importanza della trasparenza, continuiamo a fornire chiarimenti su tutti gli aspetti dello sviluppo del vaccino e il processo regolatario“.


Leggi Anche:


Come funziona il vaccino anti-covid Pfizer

Vaccino firmato Pfizer subisce cyber attacchi – MeteoWeek.com

il vaccino BNT162b2 (questo il suo nome scientifico), in base ad una serie di risultati preliminari, è risultato efficace al 90% dopo 28 giorni dalla prima dose e dopo sette dalla seconda, nei pazienti che hanno beneficiato della cura.

Si tratta di un vaccino ad Rna, basato su una tecnologia che utilizza “le informazioni contenute nel nucleo del Sars-CoV-2 relative alla proteina Spike di cui il virus si serve per agganciare le cellule umane e penetrarle”.

Il vaccino, una volta iniettato, dovrebbe riuscire a stimolare la produzione di anticorpi, proprio contro questa proteina e impedire il contagio.

In particolare, il vaccino anti Covid sviluppato da Pfizer e BioNTech si basa su una delle tecnologie più innovative e avanzate, adottata allo stesso modo anche da altre due grandi aziende in corsa per l’approvazione definitiva di un vaccino sicuro ed efficace.

La notizia del successo, del vaccino di Pfizer e Biontech, ha scatenato le reazioni della comunità scientifica internazionale.

Proprio il direttore del Niaid, l’immunologo Anthony Fauci, ha definito che i risultati sono “molto buoni“, e che “la nuova tecnologia utilizzata, basata sull’impiego dell’Rna messaggero funziona nell’indurre la risposta immunitaria“. E proprio perché la tecnologia è la stessa che riguarda il vaccino americano anti-Covid di Moderna, secondo Fauci esista la possibilità che a breve “potremo forse avere due vaccini“.

Reazioni allergiche in Gran Bretagna: perché non c’è da preoccuparsi

Dopo la notizia delle reazioni allergiche registrate in due soggetti che avevano ricevuto la dose di vaccino anti Covid Pfizer nel Regno Unito e la conseguente decisione dell’ente regolatore di fermare le vaccinazioni per i soggetti con “allergie significative”, gli esperti rassicurano: “Il fatto che sappiamo così presto di queste due reazioni allergiche e che il regolatore abbia agito per emettere consigli precauzionali dimostra che il sistema di monitoraggio funziona bene”.

Secondo il virologo Fauci: “Fatto raro e inusuale. Chiaramente tutti ora ne sono consapevoli e faranno attenzione, in particolare prendendosi cura delle persone che hanno un fenomeno allergico sottostante, potendo essere cauti riguardo alla vaccinazione o almeno essere pronti a rispondere con una sorta di antidoto alla reazione. Se fossi una persona che ha un’allergia significativa pregressa, potrei voler essere preparato nel caso a trattarla dopo il vaccino.”.