L’osservatorio di Arecibo, noto anche come NAIC (Centro Nazionale per l’Astronomia e la Ionosfera), è tutt’ora situato a 15 km a sud-sudovest di Arecibo, i Porto Rico. Esso operava attraverso la Cornell University sotto accordo cooperativo con la National Science Foundation(NSF), un’agenzia governativa negli USA.
Il colosso, formato da un’antenna del diametro di 305 metri è costituita da quasi 38.778 pannelli di alluminio della dimensione di 1-2 metri ciascuno, sostenuti da una possente maglia di cavi di acciaio. Sopra il disco si trova una piattaforma triangolare di 900 tonnellate, sospesa nel vuoto a 150 m di altezza, mediante 18 cavi che partono da 3 torri di cemento armato.
Contava come la più grande antenna ricevente al mondo, fino all’entrata in servizio del radiotelescopio cinese FAST col suo diametro di 500 metri, situato nella provincia di Guizhou.
Prima del fermo “forzato” veniva utilizzato principalmente a favore di tre grandi aree di ricerca: la radioastronomia, la fisica atmosferica e l’osservazione radar di oggetti del sistema solare.
Infatti esso, analizzando l’eco ricevuto, poteva recuperare informazioni sulle proprietà della superficie e sulla dinamica degli oggetti, compresi tutti i pianeti del sistema solare fino a Saturno.
Il radiotelescopio di Arecibo ha prodotto durante la sua carriera moltissime scoperte scientifiche di considerevole importanza, tra cui la determinazione esatta del periodo di rotazione di Mercurio che non era di 88 giorni ma di soli 59 giorni; fornì la prima evidenza dell’esistenza delle stelle di neutroni nell’Universo e scoprì la prima millisecondpulsar, oggetto che ruota su sé stesso 642 volte al secondo.
Un numero imponente di traguardi, a cui aggiungere il famoso progetto che considerava di contattare per la prima volta un qualsiasi segnale di vita extraterrestre tramite un’immagine piccolissima (dell’ordine di 23×73 pixel), la quale includeva numeri, figure stilizzate, formule chimiche e un’immagine stilizzata dello stesso telescopio!
L’osservatorio fu chiuso per la prima volta nel 2017 per un breve periodo a causa dell’uragano Irma, cataclisma che face crollare l’antenna di comunicazione dati danneggiando a sua volta il disco principale.
L’agenzia finanziatrice principale del progetto, anche a seguito della riduzione dell’utilità del progetto, ridusse drasticamente i fondi. L’operatività del radiotelescopio fu comunque garantita fino allo sciame sismico nel 2020: per essere precisi il 10 agosto, la rottura di un cavo di sostegno della piattaforma collocata sopra il disco centrale, provocò uno squarcio di circa 30 metri sulla parabola riflettente, interrompendo le osservazioni di radio ascolto.
Tre mesi dopo un altro cavo si spezzò lacerando nuovamente la parabola principale aumentando così il rischio che il carico gravante sui rimanenti cavi potesse provocare il crollo della piattaforma centrale sospesa sulla parabola. L’impianto fu quindi dismesso perché valutato troppo rischioso da riparare, in quanto tentativi di stabilizzare la precaria struttura avrebbero potuto portare ad un collasso generale compromettendo la sicurezza degli addetti ai lavori
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