Con pochi euro siamo in grado di misurare un valore che potrebbe evitarci spiacevoli complicanze di salute. In che modo?
Cos’è e a cosa serve
chiamato anche pulsossimetro, è uno strumento diagnostico usato fino a poco tempo fa quasi esclusivamente in ambito ospedaliero (o comunque da uno specialista). Serve a misurare la concentrazione di ossigeno presente nel sangue, indispensabile per la sopravvivenza e il corretto funzionamento del nostro organismo. Il progresso della tecnologia in ambito biomedico, ha permesso che prezzi e dimensioni fossero accessibili anche al grande pubblico: oggi infatti questo strumento è venduto in tutte le farmacie ed e-commerce.
Perché se ne parla (Covid e sindrome da auto diagnosi).
Ultimamente vi è stata un’impennata di ricerche e di acquisti relativi a quest’oggetto, probabilmente dovuti al panico scatenato dalla disinformazione in tema Coronavirus. Infatti è normale per una persona che soffre di BPCO, asma o altre patologie respiratorie croniche averne uno in casa. Altresì non è sempre logico acquistarne uno. È infatti probabile che questo tipo di Coronavirus non sia incline a far sviluppare, nella maggior parte dei suoi portatori, una patologia prettamente respiratoria quale la sindrome denominata SARS-CoV2. Questo di conseguenza renderebbe inutile il saturimetro, che non rivelerebbe alcun valore patologico (più avanti vedremo quali sono gli intervalli di riferimento per una persona sana). È consigliabile averlo in casa nel momento in cui magari vi siano persone malate, con tosse, dispnea (mancanza di respiro), particolarmente cagionevoli e/o anziane
Per un uso corretto e in tranquillità
I valori normali di ossigenazione (riportati come SpO2) vanno dal 97% in su – ma non sono preoccupanti valori fino a 94%, soprattutto in pazienti con note patologie polmonari. Se l’ossigenazione scende al disotto del 90% in soggetti con febbre elevata, tosse e mancanza di respiro bisogna contattare il numero regionale 800894545 o il 112. Inoltre ci sono alcune regole e fattori di cui tenere conto per una misurazione efficace.
- Riscaldare le dita prima di ogni misurazione per evitare dei valori falsati.
- Effettuare più misurazioni da dita diverse tenendo conto del valore più alto misurato.
- Fare attenzione alla lettura dei dati sul display poiché oltre ai valori di ossigenazione, la maggior parte dei saturimetri, riporta anche la frequenza dei battiti del cuore: è importante non confondere i due dati!
- Nel caso in cui vi siano patologie a carico del circolazione sanguigna delle dita (per esempio la sindrome di Raynaud) le misurazioni potrebbero mostrare dei valori più bassi.
È utile oppure no? Lasciamo la diagnosi a chi di competenza.
È vero che sia utile avere in casa uno strumento come il saturimetro per diagnosticare precocemente un problema. È altrettanto vero che in un mondo in cui l’informazione (a volte anche molto tecnica e deputata a un pubblico di soli professionisti!) raggiunga anche chi non può sempre interpretare correttamente il valore di tale misurazione.
Questo può tradursi come già visto, in forti episodi di paura ingiustificata da parte del paziente non a conoscenza delle nozioni adeguate in ambito medico, nonché sprovvisto di un supporto medico adeguato e delle ulteriori indagini diagnostiche necessarie. Non da sottovalutare è lo stress arrecato al personale ospedaliero (già sotto forte carico) dovuto a visite ed esami al pronto soccorso che potrebbero essere evitati.