Come la giri e come la volti, si torna sempre a parlare in qualche modo di criptovalute. Gira tutto intorno a queste monete virtuali, alla loro rapida ascesa ed al tonfo in picchiata che hanno fatto tra inizio anno e giugno 2022.
In realtà in maniera trasversale, dal momento che si tratta più che altro delle GPU, le schede video, che i miners hanno prima acquistato in massa per poter effettuare il mining di criptovalute, e che ora stanno svendendo proprio a causa del valore sceso ai minimi storici di criptovalute come Bitcoin ed Ethereum.
La grande incetta che i miners hanno fatto di GPU, a suo tempo, ha causato un grossissimo rialzo del loro prezzo, mentre ora chi ne ha bisogno può acquistarle all’asta su vari siti online di auctions a prezzi veramente stracciati.
La crisi dei miners si evince dalla svendita delle GPU
In pratica questa grande svendita delle GPU denota la grande crisi dei miners che al momento, visto il crollo del valore delle criptovalute, si vedono costretti a rivendere le GPU che ora non servono più.
In sostanza questo avviene perché lo standard proof of work (PoW) sta per essere soppiantato dal modello Proof of Stake, che per il mining non richiederà più l’utilizzo delle GPU e che sarà utilizzato per salvaguardare l’integrità delle blockchain.
Nelle varie vendite che sono state trasmesse anche in diretta streaming, si è assistito a una serie di vendite di GPU RTX 3060 Ti a prezzi molto inferiori ai 400 euro, ed altre schede sono state vendute a prezzi ben al di sotto di quelli suggeriti dai produttori.
Il GPU mining è un processo che prevede la risoluzione di complessi problemi crittografici per verificare e confermare dei blocchi di dati utilizzando componenti hardware del computer – in questo caso delle schede video. I miner che partecipano al processo di mining vengono premiati in criptovaluta per il lavoro svolto.
Ora è il caso di parlare al passato, dal momento che le GPU non verranno più impiegate per effettuare alcun tipo di mining. Questo perché il Proof of Stake ha molte potenzialità e porta moltissimi vantaggi, e si sta imponendo come metodo di consenso preferenziale, perché mette anche in luce le carenze del Proof of Work.