L’EU da la caccia a Roja Ignatova, prima fondatrice di piattaforma per scambio cripto, poi maxi truffatrice

Una truffatrice è riuscita ad ingannare l’intera Europa come se niente fosse. In pochi hanno potuto compiere una azione come questa, ragione per la quale tutti noi ci stiamo chiedendo la stessa cosa: come ha fatto a prendere in giro un intero continente, e secondo quale criterio non ha mai ricevuto nessun tipo di monitoraggio o sanzione che potesse servire a comprendere il gioco che stava facendo? Approfondiamo questo strano argomento e vediamo cosa sia successo.

L'EU da la caccia a Roja Ignatova, prima fondatrice di piattaforma per scambio cripto, poi maxi truffatrice
Truffe come queste diventano famose per via del modo con cui sono state eseguite. In tal caso sembra proprio che nessuno si aspettasse un risvolto del genere – MeteoWeek.com

Il progetto di criptovalute di Ruja Ignatova nacque nel 2015 e prendeva il nome di OneCoin. Con la nomina di “regina delle cripto”, la donna ha accumulato ben 3 milioni di persone che hanno investito in quello che ella proponeva, ma nel frattempo che ciò accadeva Ignatova ha accumulato un patrimonio di 4 miliardi di dollari, con i quali è scomparsa successivamente.

Attualmente, la ragazza pare che sia la cybercriminale più ricercata di tutta l’Europa, tant’è che l’Europol ha affermato che offrirà una taglia di 5.000 euro a chiunque riesca a fornire informazioni utili alla cattura della donna. OneCoin, che ha coinvolto più di 3 milioni di investitori, tutti rimasti a bocca asciutta dopo la scoperta che si trattava di uno schema Ponzi progettato molto bene, oramai è un progetto destinato a fallire per ovvie ragioni. Che altre informazioni hanno su questo argomento?

I sospetti della compagnia di Ruja Ignatova e le prime indagini

L'EU da la caccia a Roja Ignatova, prima fondatrice di piattaforma per scambio cripto, poi maxi truffatrice
Quando si verificano sono davvero incredibili da studiare e capire – MeteoWeek.com

Pare che ci fossero già degli allarmi in precedenza; nel 2019, i pubblici ministeri statunitensi nel distretto meridionale di New York hanno accusato i leader di OneCoin di frode telematica, frode sui titoli e riciclaggio di denaro. Ciò includeva anche Ignatova, suo fratello Konstantin Ignatova e Mark Scott. L’Autorità Antitrust italiana ha ottenuto un’ingiunzione contro la One Network Services Ltd nel dicembre 2016, descrivendo le sue operazioni come un sistema di vendita piramidale illegale.

Tempo addietro non era così semplice giungere a determinate conclusioni poiché la cultura generale sul mondo crypto era sicuramente più carente rispetto ad oggi. OneCoin, infatti, non operava su nessuna Blockchain e non aveva di conseguenza un sistema di pagamento su cui appoggiarsi. Attualmente la cybercriminale non è stata ancora trovata e pare che non abbia problemi; 4 miliardi di dollari non si spendono da un giorno all’altro dopotutto, e lo crediamo bene visto e considerato che qualunque cosa stia facendo adesso, probabilmente è studiata nei minimi dettagli.

Ma chissà se le autorità riusciranno a trovare delle informazioni utili su di lei. Sicuramente passerà moltissimo tempo prima che ciò possa accadere, ma è anche vero che quando ci si trova in un punto fermo chiaramente non si sa che cosa fare o chi interrogare, però è importante avere fiducia nelle forze dell’ordine. Al riguardo, tuttavia, non aspettiamoci grandi aggiornamenti in tempo record; dovrà passare del tempo prima di riuscire ad ottenere delle news sostanziali.