Senza fretta, ma senza pausa. Superati gli ostacoli di un inizio con il freno a mano tirato, con tanto di problemi e rinvii, la rivoluzione del Digitale Terrestre corre verso lo switch di fine anno per dare il benvenuto nel 2023 all’ormai famigerato DVB-T2.
A marzo le principali emittenti hanno portato tutti in canali con la nuova codifica, lasciando a tempo determinato la possibilità di vedere i cosiddetti canali generali (non tematici) ancora con il vecchio sistema. Dal Primo Maggio arriva l’ultima fase di una storica rivoluzione.
Il passaggio a un decoder/televisione di seconda generazione ha diviso l’Italia in aree. La Sardegna è stata la prima (lo scorso novembre) a sperimentare l’ormai noto processo di refarming, che in soldoni consiste per il momento in una semplice ma fastidiosa, in quanto continua, ri-sintonizzazione dei canali.
L’ultima operazione di refarming riguarda una popolazione totale di 17,8 milioni persone
Dopo la Sardegna è stato il turno, ad inizio 2022 di Valle d’Aosta, Piemonte (tranne le province di Torino e Cuneo), Lombardia (tranne la provincia di Mantova), provincia di Piacenza, provincia di Trento, provincia di Bolzano. Il 6 febbraio è partito il refarming nell’area 3, comprendente il Veneto e la provincia di Mantova, Friuli Venezia Giulia, le provincie di Torino e Cuneo, l’Emilia Romagna tranne la provincia di Piacenza in quanto già interessata dal processo insieme alle province dell’area 2). A marzo, proprio in concomitanza con le prime rilevanti mosse di RAI e Mediaset (ma non solo) è toccato a all’Area 4: Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata; Abruzzo, Molise, Marche. Adesso è il turno delle restanti.
Dal Primo Maggio e fino al 30 giugno, ecco l’Area 1B, comprendente Liguria, Toscana, Umbria, Lazio e Campania. Un’operazione di refarming doppiamente importante, in primis perché si concludono i cambiamenti su tutte le regioni d’Italia, ma questa area è rappresentata da circa 17,8 milioni: chiaramente non ci sono 17,8 milioni di dispositivi in ballo, ma la fetta non è di poco conto. Come già accaduto in tutte le altre quattro aree, anche in queste regioni vi sarà lo spegnimento delle frequenze avverrà, tramite un preciso calendario, comune per comune.
A fine giugno, dunque, le frequenze della banda 700 MHz saranno libere e potranno essere assegnate agli operatori che le hanno acquistate all’asta nel dicembre 2018. Una notizia non di poco conto che porterà migliorie soprattutto per il 5G. E’ l’ultimo step prima della volata finale.
Qualche mese di relativa calma, almeno per le ri-sintonizzazione, un tempo da sfruttare per cogliere qualche occasione e rifare la tv/digitale sfruttando il bonus statale o le tante promo che vi sono online e negli Store fisici. A partire da gennaio 2023 inizierà il passaggio allo standard di compressione HEVC Main10. E lì lo switch, si spera, sarà completo.