Mea culpa, mea culpa. Ma non solo. Che il 2022 non fosse un annus propriamente mirabilis per Netflix lo si era capito quando il colosso delle OTT aveva deciso di alzare i prezzi dei suoi abbonamenti provocando le ire funeste dei suoi abbonati statunitensi e canadesi. Ora arriva la certificazione della crisi.
La società californiana operante nella distribuzione via internet di film, serie televisive e altri contenuti d’intrattenimento a pagamento, fondata da Reed Hastings e Marc Randolph nell’ormai lontano 1997 a Scotts Valley ha riferito di aver perso soltanto nell’ultimo trimestre del 2022 duecentomila abbonati.
Non era mai accaduto prima d’ora che Netflix perdesse abbonamenti. Ma questo secondo gli analisti sarebbe soltanto un punto di partenza. L’inizio di una crisi che rimette tutto in discussione, il futuro stesso del gigante di Los Gatos.
I motivi di un crollo vertiginoso
Si prevede, infatti che le sue perdite continueranno, addirittura fino a due milioni per il secondo trimestre. La società ha detto ai suoi azionisti che prevede di aggiungere 2,5 milioni di abbonati netti durante il primo trimestre, rispetto ai 4 milioni nello stesso trimestre di un anno fa. Ma gli analisti si aspettavano 2,7 milioni di abbonati.
Il calo ha portato la base di abbonati di Netflix a 221,6 milioni, in calo rispetto ai 221,8 milioni del trimestre precedente. La società ha stimato che il suo servizio è condiviso con oltre 100 milioni di famiglie aggiuntive, oltre 30 milioni delle quali hanno sede negli Stati Uniti e in Canada.
Ma quali sono i motivi di questo crollo vertiginoso. Stando proprio alle parole ufficiali, questa perdita record deve essere correlata a una serie di fattori. In primis alla sospensione del suo servizio in Russia, che vantava settecentomila abbonati. Ma l’invasione di Putin in Ucraina è un palliativo.
Netflix stesso ha affermato di aver visto un rallentamento delle sue attività nell’Europa centrale e orientale a marzo, che ha coinciso con l’inizio dell’invasione. Ma sono ben altri fattori più gravi che hanno contribuito alla perdita record. Netflix non si è nascosta dietro a un dito e in una lettera ai soci ha spiegato per filo e per segno la situazione.
La condivisione delle password in un panorama divenuto nel frattempo altamente competitivo, il Covid e persino l’inflazione sono degli ostacoli che lo streamer statunitense sta facendo fatica a superare, senza considerare un’agguerrita concorrenza.
Per risolvere i problemi di condivisione della password, comunque, Netflix ha recentemente iniziato a testare una funzione che richiederebbe agli abbonati di pagare un extra se condividessero il servizio con persone al di fuori della propria famiglia. Ma chissà se basterà, la sensazione è che ci voglia ben altro.