Il Governo Draghi cerca una soluzione all’annoso problema del canone per combattere gli evasori fiscali e superare l’attuale situazione di stallo
Rispettare le specifiche che hanno premesso al Governo Draghi di accedere ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza ha necessariamente significato approcciare ad una questione che sta a cuore di molti cittadini. Stiamo parlando della spinosa tematica del Canone Rai imposto direttamente in bolletta.
Introdotta da Renzi tramite la legge di Stabilità 2016, ha decretato l’addebito di questa parcella attraverso il canale delle utenze. Suscitando molte perplessità da parte dei contribuenti. E tuttavia va riconosciuto che questa modalità ha funzionato a dovere, agendo in maniera concreta e riducendo l’evasione contributiva. Per la prima volta infatti abbiamo assistito ad un indotto nel quale la soglia di tolleranza si è fatta molto bassa, e solo il 3% dei debitori è riuscito ad aggirare questo contributo.
In questi giorni però si torna a parlare di meccanismi di pagamento, cercando un sistema efficacie che garantisca alla tv di Stato il giusto volume di entrate, che al momento è stimato 1,63 miliardi di euro all’anno.
Il canone sarà soggetto ad una nuova modalità di riscossione che potrebbe cambiare l’approccio e la percezione del cittadino rispetto a questo obolo
Al momento quello che è certo è l’accoglimento all’ordine del giorno della richiesta da parte della deputata Maria Laura Paxia del Gruppo Misto dell’eliminazione del canone imputato quale una delle voci delle bollette energetiche.
Ma questo non è che un preambolo ai diversi scenari che sti stanno prospettando e che andranno vagliati con molta attenzione dal Governo. Al momento all’orizzonte si stagliano tre alternative.
La prima prevede che sia lo Stato a farsi carico diretto del peso della RAI. Questa possibilità segue il modello di paesi quali la Svezia e la Spagna, piuttosto che il Portogallo e la Romania. Ma siamo certi che, vista l’esperienza consolidata della politica italiana, sia una delle soluzioni da scartare immediatamente. Il canone quasi sicuramente tornerebbe a pesare sui bilanci delle famiglie in maniera capillare seppur velata.
Ma prendendo spunto da ciò che avviene oltralpe, non si può disdegnare il sostenibile modello francese, che vede l’imposta transitare di pari passo con quelle addebitate sui beni immobili. L’obiezione però qui si fa sentire. A mettersi di traverso infatti si presenta l’attuale situazione di riforma del catasto che sta generando diverse criticità.
Ed infine spunta la terza via. Per saldare il debito che inevitabilmente ogni possessore di apparecchi televisivi deve assolvere ci sarebbe un metodo infallibile. Si potrebbe infatti far transitare questo obolo direttamente tramite la dichiarazione dei redditi. Le eventualità dunque sono molteplici, e tutte presentano pro e contro. Quello che è certo è che ciascuna di esse lascerà inevitabilmente insoddisfatti quel target di cittadini che da sempre contestano la sovrattassa.