Svolta nel Parlamento Europeo: dopo il “diritto alla riparazione” ora si pensa al “vietare l’obsolescenza”, ecco in cosa consiste

Nuovi termini rinegoziano le linee guida sul fronte della tencologia, rilanciando l’arrembaggio all’obsolescenza tecnologica

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Il Parlamento Europeo ridisegna il nuovo nucleo legislativo e pone le nuove basi al riuso e all’approccio sostenibile alla tecnologia – Meteoweek.com

E’ possibile ripensare totalmente, e in maniera organica, ad un nuovo e radicale approccio agli apparecchi tecnologici? La risposta non solo è di quelle affermative. Ma soprattutto attraversa la spina dorsale della consapevolezza nella società che qualcosa sta cambiando.  Il vento non è più lo stesso, la politica dello spreco ha i giorni contati. Così come il modello usa e getta, tipico di molti prodotti del settore Big Tech.

Il dato interessante che emerge dalle statistiche ci consente di sondare il polso dei cittadini del vecchio continente. Sono loro, e noi, circa il 77% della popolazione, a dichiarare quanto sia preferibile procedere alla riparazione di un apparecchio, piuttosto che all’acquisto di uno nuovo.

Il tema del ciclo di vita dei prodotti è molto caro anche al Parlamento Europeo che da circa una decina di anni sta cercando di sviluppare un compendio di linee guida, proposte e bozze legislative che consentano di mettere ordine nell’intricata matassa di questo attualissimo argomento.

La proposta pervenuta la scorsa settimana sul tavolo delle trattative ha registrato la quasi unanimità di giudizio. Passa con 509 voti favorevoli, 3 contrari e 13 astensioni, un impalcato legislativo che pone al centro della questione il diritto di riparazione.

Il voto degli eurodeputati e come il nuovo impalcato legislativo potrebbe cambiare il volto dei mercati e dei produttori Big Tech

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La proposta legislativa è stata accolta con la quasi unanimità dei votati, che rappresentano una volontà comune di cambiare il passo del settore, consentendogli di assumere un role play sostenibile e di più ampie visioni – Meteoweek.com

Rispetto alle tiepide istanze sottoscritte nel marzo 2021, piuttosto orientate ad agevolare  i centri di assistenza ufficiali e i riparatori professionisti, stiamo assistendo ad un passo avanti sicuramente più coraggioso.

A comporre il quadro delle richiesta troviamo temi quali:

  • gli incentivi ai consumatori, consistenti in proroghe della garanzia, nonché possibilità di accedere a soluzioni di cortesia durante i periodi di riparazione
  • fornitura di aggiornamenti disponibili per un periodo di tempo minimo, la cui disponibilità sia espressa in maniera chiara, e che, nel caso di dispositivi mobili, siano regredibili
  • sviluppo di un sistema di identificazione smart, tramite QR code, che consenta di ottenere tutti i dettagli tecnici sulla gestione dell’articolo. Non un semplice manuale di istruzioni online ma molto di pù. Questo dovrebbe essere in grado di fungere da link tra gli utenti e le aziende, trasmettendo voci come i punteggi di riparazione, durata di vita dell’articolo, ricambi, servizi disponibili
  • omologazione delle società produttrici, con la definizione di standard che identifichino la durabilità e riparazione inclusi in una futura direttiva sulla progettazione ecocompatibile

Ciò permette di rendere più organico il lavoro con le realtà Big Tech, che ad oggi, procede a diverse velocità e a macchia di leopardo. La riduzione del rifiuto proveniente da questo comparto quindi si fa sempre più sostanziale, e consentirà di arginare con maggiore decisione lo spreco di risorse.