Marte, ecco i primi risultati sullo studio del suono

Il rover Perseverance, atterrato lo scorso anno su Marte, ha fornito agli scienziati diverse informazioni utili per avviare degli studi, in particolar modo sulle caratteristiche del suono e sulla sua propagazione. Il rover Perseverance è fornito di due microfoni in grado di captare e registrare i suoni ambientali. Le prime registrazioni sono state fornite agli studiosi.

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Curiosity trova qualcosa su Marte che sembra un fiore – MeteoWeek.com

Il pianeta rosso presenta un ambiente molto diverso da quello della Terra e questa ipotesi trova conferma dalle prime registrazioni che ha fornito il rover Perseverance. Grazie a tali dati sarà possibile procedere ad ulteriori approfondimenti.

I risultati dello studio sul suono

Al momento disponiamo di vari campioni ambientali: il primo è stato registrato in fase di arrivo sul pianeta rosso, il secondo, quello più utilizzato attualmente, fa parte dello strumento scientifico SuperCam. A questi primi dati, sono seguite ulteriori registrazioni che hanno consentito di portare avanti uno studio approfondito sulle caratteristiche del suono sul pianeta rosso.

I risultati dello studio sono molto interessanti: le registrazioni audio potrebbero anche aiutare a rilevare i cambiamenti di pressione atmosferica o fornire una migliore valutazione sullo stato di saluto del rover. Inoltre, lo studio ha concluso che la sottile atmosfera è composta principalmente da anidride carbonica e questo rende il pianeta molto silenzioso e presenta una bassa velocità di propagazione delle onde sonore.

Infatti, mentre sulla Terra il suono viaggia tipicamente a 343 m/s, senza distinzioni radicali o percepibili nel tono, su Marte i suoni più gravi viaggiano a circa 240 m/s, mentre quelli più acuti a circa 250 m/s. Inoltre, la ricerca sottolinea che i suoni più acuti sono quelli meno in grado di propagarsi. Si pensi che la distanza che possono raggiungere i suoni è molto inferiore rispetto a quanto avviene sulla Terra.

Quali suoni sentiremmo su Marte

Sulla base delle scoperte indicate, possiamo provare a immaginare cosa sentiremmo se andassimo su Marte. Prima di tutto, come accennato, saremmo impressionati dalla predominanza del silenzio: le differenti velocità con cui le frequenze sonore si propagano renderebbero il suono più cupo e ovattato. Questo aspetto è stato confermato dalle numerose registrazioni effettuate sul pianeta.

Inoltre, il suono dell’elicottero Ingenuity è stato registrato dal microfono della SuperCam, che ha captato principalmente una frequenza sonora a 84 Hz (molto basso in sostanza) quando le pale dell’elicottero erano in rotazione a 2.500 giri. Lo studio dei suoni più alti, invece, è stato effettuato grazie al rumore del laser della SuperCam, la cui frequenza si attesta attorno ai 2.000 Hz.

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Pianeta Marte – MeteoWeek.com

Un ultimo aspetto da valutare è come cambia la pressione atmosferica a seconda delle stagioni, aspetto che influenza incredibilmente l’esperienza sonora marziana. Infatti, via via che si avvicina l’autunno Marte diventa più rumoroso, per poi ritornare leggermente più silenzioso in inverno e in primavera. Pertanto, per una migliore analisi del suono sul pianeta rosso, occorre attendere l’arrivo della primavera.

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