Quella che Mosca definisce operazione strategica sembra stia costando molto cara al paese che pare voglia correre ai ripari chiudendo le connessioni dati all’esterno
E’ di una fonte molto vicina al conflitto, definito dalla parte offensiva come un’operazione speciale, la notizia che a breve la Russia si potrebbe staccare dal sistema internet mondiale. Il media bielorusso Nexta, attivo particolarmente nella divulgazione di informazioni tramite Youtube e canali social, ha infatti reso noto un rumors. Che però non sembra, nella sua particolarità, essere solo tale.
Secondo quanto divulgato dalla voce indipendente del paese, che si è manifestata come tale proprio durante le proteste del 2020-2021, il governo di Putin starebbe tirando tutti i remi in barca. L’intenzione è quella di trasferire tutti i server e domini russi entro venerdì 11 marzo nel territorio russo. Ad aspettarli ci sarebbe un sistema di supporto ad hoc, la RuNet. Questa dovrebbe prendere il posto dell’internazionale WWW. Uno scenario raccapricciante. Che fa sorgere molte domande e perplessità.
Come potrebbe delinearsi lo sentarono futuro che sovrascriverebbe il WWW a favore di una nuova rete locale ovvero la RuNet
La RuNet nasce in Russia in tempi non sospetti. Era il 2019. E il progetto implicava la necessità di sviluppare un canale di comunicazione alternativo. Molto utile in caso in cui i sistemi di interconnessione mondiale fosse stati compromessi a causa di una serie di circostanze catastrofiche.
Ora, quello che sembrava un progetto corretto e proattivo, è diventato improvvisamente la stigmatizzazione di un intento ben chiaro di isolare il popolo russo privandolo degli strumenti utili a reperire informazioni diverse da quelle manipolate e poi riassegnate secondo i desideri della propaganda di stato.
Il governo di Mosca potrebbe così andare ad impattare sul diritto all’informazione. E ben 140 milioni di cittadini verrebbero tagliati fuori dal sistema.
Non solo il media bielorusso però denuncia quanto sta accadendo nella stanza dei bottoni, al netto del fatto che si realizzi concretamente questa possibilità. Anche il gruppo di cybercriminali Anonymous, sta tendando di aprire la cortina di fumo che l’impalcato della propaganda sta mettendo in atto.
La RuNet che dapprima sarebbe stata considerata un’iniziativa dalla valenza tecnica e scientifica di rilevante utilità ora sembra vestirsi dei panni seriosi della rocca sul poggio. Un sistema chiuso che sicuramente tutela la Russia dagli attacchi ai sistemi istituzionali nello cyberspazio, ma allo stesso tempo una cancello che blocca ogni tipo di possibilità.
Un ennesimo passo che andrebbe a comporre il puzzle del rapporto con il quarto potere, dopo la stretta ai giornalisti che impone un lessico ridotto dove parole come guerra, invasione ed offesiva sono messe all’indice.