Apple vs Paesi Bassi e pagamenti: la vicenda

La Mela, a causa delle restrizioni presenti sul suo store principale – per quanto riguarda i pagamenti -, ha dovuto cambiare idea per via di un provvedimento imposto da parte dei Paesi Bassi. Per quale ragione?

Apple vs Paesi Bassi e pagamenti: la vicenda
Alcuni potrebbero pensare che sia una decisione inutile o non troppo importante, ma, in realtà, limita la dominanza di Apple sul mercato – MeteoWeek.com

Apple è stata “interrogata” dai Paesi Bassi in merito ad una questione di vitale importanza, secondo cui sia necessario concedere altre modalità di pagamento. La direttiva arriva dall’ACM il quale afferma che, sul mercato olandese, esistano siti di incontro che offrono servizi tramite applicazioni differenti.

E dal momento che i consumatori fanno uso di queste attività principalmente con un cellulare che utilizza Android o iOS, ritengono che sia necessario mettere a disposizione più metodologie di pagamento e lo stesso social in ambedue i negozi, e in particolar modo in Apple. Ma che motivazioni dovrebbero sostenere questo argomento?

I dettami dell’ACM

Apple vs Paesi Bassi e pagamenti: la vicenda
La società diventa sempre più famosa con il passare del tempo, e soprattutto nell’ambito dove è la migliore – MeteoWeek.com

Il più semplice è che, se un’app è presente nello store della Mela, dovrà essere importato anche in quello di Google in modo tale da consentire a due persone con dei dispositivi differenti di poter comunicare fra loro tranquillamente.

Attualmente i fornitori si rivolgono esclusivamente ad Apple per quanto riguarda le app di appuntamenti, dunque tendono ad accettare solitamente le sue condizioni. Ma non sarà così in questo caso: ACM ha dichiarato che la società si dovrà impegnare a servirsi di altri sistemi esterni nell’App Store per le installazioni o i pagamenti.

Nonostante la compagnia di Cupertino sia contraria a questa decisione, per motivi legali ha dovuto accettare e ha già provveduto a rilasciare alcune linee guida soltanto per gli sviluppatori dei Paesi Bassi. In questo modo potranno servirsi delle compravendite in-app e di far uso di altri sistemi di pagamenti per completare un acquisto.

Inoltre, c’è da dire che le commissioni scenderanno dal 30% al 27%, con un netto delle imposte sul valore aggiunto. Quel 3% mancante, in caso ve lo chiedeste, è soltanto un valore relativo al pagamento e alle sue attività correlate che Apple non dovrà gestire in questo caso.

Ma ciò non significa che gli sviluppatori se ne laveranno le mani: dovranno fornire la gestione dei pagamenti dello store e registrare le vendite dei beni, oltre che dei contenuti digitali, effettuate mediante il negozio. Il rapporto verrà dato mensile ed entro 15 giorni dalla fine di ogni mese. Questo, in sostanza, permetterà alla Mela di presentare la fattura entro 45 giorni.

L’azienda, seppur abbia dichiarato che non si assume alcuna responsabilità riguardanti problemi di pagamento o di rimborso, è disposta a fornire delle opzioni alla classica modalità di cui si dispone. E se gli sviluppatori non vorranno far uso delle in-app presenti nello store, dovranno utilizzare una versione del software per i pagamenti esterni nei Paesi Bassi e quella per i mercato dove non esiste l’obbligo dell’ACM. Questo vale a dire che qualunque altro negozio va bene, in sintesi.