Il telescopio Hubble ha scoperto nesso tra buchi neri e formazione stellare

Da una parte il telescopio spaziale James Webb, frutto di una collaborazione internazionale tra l’Agenzia spaziale statunitense (NASA), l’Agenzia spaziale europea (ESA) e l’Agenzia spaziale canadese (CSA), che da Natale è partita per una delle missioni più importanti della nostra storia: aprirà nuovi orizzonti per l’astronomia a raggi infrarossi”. Dall’altra parte, Hubble: degno predecessore.

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Il telescopio Hubble continua a fare nuove scoperte – MeteoWeek.com

Uno dei più grandi e versatili telescopi mai costruiti, ben conosciuto come strumento di ricerca di estrema importanza oltre che vessillo delle scienze astronomiche nell’immaginazione collettiva, ha fatto una scoperta sensazionale.

Hubble ha trovato un buco nero che accende la formazione di stelle in una galassia nana, come rivelato dalla National Aeronautics and Space Administration, l’agenzia governativa civile responsabile del programma spaziale e della ricerca aerospaziale degli Stati Uniti d’America. In una parola: NASA.

Un buco nero nel cuore della galassia nana sta creando stelle, anziché divorarle

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Hubble scopre un buco nero “particolare” – MeteoWeek.com

Spesso descritti come mostri distruttivi che tengono prigioniera la luce, i buchi neri assumono un ruolo meno malvagio nelle ultime ricerche del telescopio spaziale Hubble della NASA. Un buco nero nel cuore della galassia nana Henize 2-10 sta creando stelle anziché divorarle. Apparentemente il buco nero sta contribuendo alla tempesta di fuoco della nuova formazione stellare che si sta verificando nella galassia. La galassia nana si trova a 30 milioni di anni luce di distanza, nella costellazione meridionale della Pyxis.

Dieci anni fa questa piccola galassia ha avviato il dibattito tra gli astronomi sul fatto che le galassie nane ospitassero buchi neri proporzionali ai colossi supermassicci che si trovano nei cuori di galassie più grandi.

Questa nuova scoperta di Hubble ha il piccolo Henize 2-10, contenente solo un decimo del numero di stelle trovate nella nostra Via Lattea, pronto a svolgere un ruolo importante nel risolvere il mistero dell’origine dei buchi neri supermassicci in primo luogo.

Dieci anni fa, da studentessa laureata, pensando che avrei dedicato la mia carriera alla formazione stellare, ho guardato i dati di Henize 2-10 e tutto è cambiato“. Così parlò Amy Reines, proprio lei che ha pubblicato le prime prove di un buco nero nella galassia nel 2011 ed è il principale investigatore sulle nuove osservazioni di Hubble, pubblicato lo scorso gennaio da Nature.

Fin dall’inizio sapevo che qualcosa di insolito e speciale stava accadendo in Henize 2-10 – conclude Reinesora Hubble ha fornito un quadro molto chiaro della connessione tra il buco nero e una vicina regione di formazione stellare situata a 230 anni luce dal buco nero“.