Siamo uno dei popoli più produttivi del vecchio continente e le nostre performance lavorative superano anche quelle dei cugini tedeschi
L’ultimo studio dell’Istituto nazionale di statistica presenta un quadro abbastanza coerente con lo spirito nazionale. E’ convinzione comune che il vero talento degli italiani consista nella sua resilienza. Un concetto davvero abusato probabilmente, ma particolarmente calzante nel caso specifico. Più è richiesta capacità di ingegno e flessibilità nella ricerca di soluzioni ai problemi più è probabile che la risposta venga da un nostro concittadino. Forse un luogo comune che tuttavia si esprime in maniera tangibile attraverso i dati numerici della ricerca condotta dall’ISTAT. Qui il tema centrale è stato appunto il lavoro agile, un argomento caldo emerso a causa della pandemia nella quale siamo impelagati dal 2020.
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Proprio a causa di questa spinta sociale è stato necessario attivarsi con nuove modalità di accesso alle professioni che hanno trasferito gli uffici dei lavoratori direttamente nelle loro case. Molte sono state le problematiche da gestire, ma diversi invece i vantaggi. Questo deve essere il mood con il quale stiamo probabilmente vivendo questa sfida. Non recarsi fisicamente in ufficio ci fa risparmiare tempo da dedicare poi alla famiglia e al divertimento. Oltre che un risparmio in termini economici e ambientali, grazie al minor impiego di mezzi per gli spostamenti.
La ricerca dell’ISTAT restituisce un’immagine positiva ma complessa del mondo del lavoro italiano
Ma parliamo del grezzo numero. Il quadro ci mostra un aumento di produttività del lavoro in Italia pari all’1,3%. Si scontra contro un +0,4% della Germania, e con il clamoroso calo di paesi come la Francia ed il suo -1,1% e la Spagna con unun -2,,8%. Se si considera che la media UE-27 ponderata al 1,2%.
Come spiegato dall’ISTAT alcuni settori hanno registrato una aumento della produttività del lavoro ed in particolare beneficiano degli effetti del meccanismo di smartworking il settore delle Attività finanziarie e assicurative che registra un +6,3%, quello dei servizi di informazione e comunicazione oltre che l’immancabile comparto dell’Istruzione con le varie modalità di accesso ai contenuti online in FAD sincrono e asincrono e la sempre presente DAD.
Ma recepiscono anche la sanità e assistenza sociale, dove l’aumento si attesta a +5,7% e, in misura più contenuta grazie anche ai molti professionisti che non sono rientrati nei loro studi, il settore delle Costruzioni con un discreto 2,8%.
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Il booster si è registrato anche per il numero degli occupati che salgono a 121 mila unità con un tiepido +0,5% rispetto al trimestre precedente, ed un +2,2% rispetto al terzo trimestre del 2020. Dunque il dato fa trasparire la bravura nazionale nel cavalcare quest’onda anomala.