Ciò che accade lassù è sempre qualcosa di affascinante, che fa rima con preoccupante. Lo spazio è infinito e come tale una calamita che attira, ma anche un campanello d’allarme sempre sopra la nostra testa, pronto a scattare. Perché ne va del mondo intero.
Alcuni scienziati hanno scoperto, in tal senso, una eruzione solare, talmente potente, da minacciare tanto ipoteticamente quanto nuovamente la Terra. Da qui un’analisi attenta di quanto sta accadendo lassù per capire quanto grave potrebbe essere quella minaccia.
Tutto è nato da una osservazione della Sigma Draconis, o più semplicamente Draconis, stella di sequenza principale posta a circa 18,8 anni luce dal sistema solare. È conosciuta anche con il nome tradizionale, derivato dall’arabo, di Alsafi, una stella molto simile al sole.
Draconis e le espulsioni di massa coronale
Ebbene, un gruppo di astronomi ha scoperto un fenomeno stellare molto più grave delle tradizionali “espulsione di massa coronale”, quelle eruzioni solari che formano nubi di plasma e particelle caldissime che viaggiano molto velocemente nello spazio e che possono danneggiare seriamente i nostri satelliti e le nostre reti elettriche. Addirittura dieci volte più potente, proprio su Draconis.
La sua massa misura quadrilioni di chilogrammi, una roba mai vista prima. “Questo tipo di grande espulsione di massa potrebbe, in teoria, verificarsi anche sul nostro sole“. Ecco quel campanello d’allarme fatto scattare da Yuta Notsu, il cui eco rimbomba in tutto il pianeta. “Questa osservazione – spiega l’astrofisico dell’Università del Colorado Yuta Notsu – può aiutarci a capire meglio come eventi simili possono aver influenzato la Terra e persino Marte per miliardi di anni“.
Siamo ben oltre la più grande perturbazione geomagnetica della storia, che venne misurata da Kew Gardens e coincise con la prima osservazione senza i moderni strumenti di un brillamento nel 1859, da parte di Richard Christopher Carrington. Apprensione ok. Ma niente panico.
La buona notizia rivelata dagli stessi scienziati è proprio insita in Draconis stessa, una stella molto giovane, il che sta a significare che eventi del genere potrebbero essere accaduti in primis nelle fasi iniziali della vita nell’universo, oppure fra miliardi di anni. Meglio continuare a studiare e tenere d’occhio cosa c’è lassù.
Le espulsioni di massa coronale, per dirla all’inglese coronal mass ejection) sono costituite da elettroni e protoni (oltre elio, ossigeno e ferro) trascinato dal campo magnetico della corona. Quando questa nube raggiunge la Terra può disturbare la sua magnetosfera comprimendola nella regione illuminata dal Sole ed espandendola nella regione non illuminata. Ciò sulla Terra significherebbe migliaia di miliardi di watt di potenza diretti verso l’atmosfera terrestre superiore, aurore particolarmente intense, le cosiddette Luci del Nord (nell’emisfero boreale) e Luci del Sud (nell’emisfero australe), capaci di disturbare le trasmissioni radio, creare interruzioni di energia, danneggiare i satelliti e le linee di trasmissione elettriche. Un disastro.