Dal 2023 il Canone Rai non verrà più addebitato in bolletta elettrica grazie alla riforma del mercato dell’energia.
Addio canone RAI, ma solo dal 2023
Ci dovremo tenere il canone RAI ancora per tutto il 2022, poi dal 2023 sparirà definitivamente dalla voce “oneri impropri” dei costi dell’energia. Non essendoci più il canone, va da sé, sparisce anche l’obbligo di pagarlo mediante addebito sulle fatture emesse dalle società elettriche.
La decisione nasce da un impegno preso dal Governo italiano con l’Unione Europea nell’ambito del Piano di Ripresa e Resilienza (Pnrr), dove è stata messa nero su bianco la cancellazione dell’obbligo per i venditori di elettricità di “raccogliere tramite le bollette somme che non sono direttamente correlate con l’energia”.
L’imposta che finanzia la tv di stato sarà dunque presto tolta dai costi dell’elettricità: ciò dovrebbe avvenire attraverso la riforma relativa al mercato dell’energia e non mediante la legge annuale sulla concorrenza (il ddl relativo al 2021 è stato appena approvato dal consiglio dei ministri).
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Cos’è il Piano di Ripresa e Resilienza?
La decisione di esecuzione del Consiglio sul piano italiano di ripresa e resilienza comprende misure volte a garantire la diffusione della concorrenza nei mercati al dettaglio dell’elettricità. Dunque si procede alla rimozione dell’obbligo per i fornitori di riscuotere oneri non legati al settore elettrico. Tuttavia, questa rimozione fa parte degli obiettivi qualitativi sulle misure relative all’energia, che sono diversi, in senso stretto, rispetto alla Legge annuale sulla concorrenza 2021.
Già l’allegato di esecuzione del Consiglio europeo sull’approvazione della valutazione del piano di ripresa e resilienza per l’Italia (Pnrr) indicava che «le misure di accompagnamento per garantire la diffusione della concorrenza nei mercati al dettaglio dell’elettricità entreranno in vigore al più tardi il 31 dicembre 2022». Tuttavia, lo scorso luglio si indicava una possibile rimozione del canone Rai dalla bolletta già attraverso la Legge annuale sulla concorrenza 2021.
Da dove derivano i 90 euro al mese per il canone?
L’esborso per le famiglie di 9 euro al mese per 10 mesi, per complessivi 90 euro all’anno, in bolletta è frutto della riformato del 2015 voluta dall’allora premier Matteo Renzi per contrastare il problema dell’evasione. Attraverso la riforma è stato anche ridotto l’importo, che era di 113 euro all’anno.
Ma l’addebito dell’imposta tramite fatture emesse dalle società elettriche ha aumentato il gettito riscosso. Inoltre il canone appesantisce le bollette dell’energia che diventano molto più care dell’effettivo dovuto e quindi andrebbe tolto.
Nel 2016, il primo anno di introduzione del canone in bolletta, a versarlo erano state il 41% delle famiglie in più. Assicurando un incasso aggiuntivo, rispetto al 2015, di oltre 420 milioni di euro, con una riduzione degli evasori dal 36% al 10%.
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Quindi Stop canone RAI sulla TV. Ma su smartphone e tablet?
L’obiettivo è trovare un nuovo modo per pagare il canone RAI e al contempo contenere l’evasione fiscale dell’imposta.
Per sanare questo buco nelle risorse, il 12 ottobre scorso l’Amministratore Delegato RAI Carlo Fuortes, ha avanzato quattro proposte:
- il riconoscimento integrale delle risorse del canone, senza trattenute da 110 milioni di euro e finanziando il Fondo per il pluralismo con altre risorse;
- cancellare la tassa sulla concessione sul canone ordinario;
- limite di affollamento pubblicitario per singola fascia all’8%;
- estendere il canone ai device multimediali, quindi cellulari, PC e tablet.
Ad oggi non sappiamo ancora quale di queste 4 proposte verrà effettivamente attuata.