Apple nega abbonamenti fuori dall’App Store

Secondo la Mela è altamente sbagliato scaricare delle applicazioni al di fuori dell’App Store, e il motivo di questa dichiarazione pare che sia interamente collegata ai cybercriminali.

Apple nega abbonamenti fuori dall'App Store
Apple Store, come anche Google Play Store, offre una vasta gamma di applicazioni da scaricare – MeteoWeek.com

Durante la conferenza a Lisbona, Craig Federighi, il Vice-Presidente Senior del reparto software della casa di Cupertino, ha affermato che non debba essere praticato il Sideloading, ossia quelle possibilità che permettono agli utenti di installare le app fuori dal proprio store ufficiale.

Difatti, secondo lui, dare a queste applicazioni la possibilità di accedere sul proprio cellulare supporta – senza volerlo – i cybercriminali, motivo per cui durante il Web Summit si è scagliato duramente contro questo argomento.

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Il Sideloading, nonostante ci sia da sempre su Android, per Apple potrebbe risultare essere un vero e proprio problema da risolvere, tant’è che questa soluzione è altamente negata nei sistemi iOS. Ma vediamo di analizzare in modo accurato i vari punti di vista su questo argomento.

Le dichiarazioni di Apple e Spotify

Apple nega abbonamenti fuori dall'App Store
Spotify è tra le maggiori aziende ad offrire servizi musicali – MeteoWeek.com

la Mela sostiene che impedire l’installazione di app esterne sul cellulare dei suoi utenti garantisca all’azienda una posizione di predominio sul mercato. Tuttavia, guardando l’altra faccia della medaglia, la scarsa sicurezza nei suoi telefoni non consente agli iPhone, per esempio, di essere protetti a sufficienza da eventuali malware.

Craig Federighi si è espresso su questa tematica, dicendo semplicemente che:
Il side-loading è il migliore amico di un criminale informatico. Un solo dispositivo compromesso potrebbe infettare intere reti e mettere a repentaglio i sistemi governativi, le reti aziendali e i servizi pubblici“.

Però, qualcuno pensa che ciò di cui parla Apple sia, a conti fatti, molto più frivolo e semplice da spiegare. Difatti, per Spotify, non è altro che un modo per distrarre i media dal problema in se per se, cioè capire se le politiche adottate dalla società siano anticoncorrenziali. Non a caso Horacio Gutierrez, il portavoce del noto servizio musicale, ha dichiarato che: “Il tema del sideloading è un tema secondario, usato da Apple solo per allontanare la discussione dai suoi comportamenti chiaramente anticoncorrenziali“.

E come se non fosse abbastanza, Spotify ha persino presentato un esposto all’UE secondo cui definitiva illegale almeno il 30% del guadagno che Apple trattiene su ogni abbonamento acquistato tramite iOS, segnalando un eventuale problema del mercato dei servizi musicali in streaming. L’indagine, conclusa a favore di Spotify, ha anche rivelato che: “Ha distorto la concorrenza nel mercato della musica in streaming abusando della sua posizione dominante per la distribuzione delle app per la musica in streaming attraverso App Store“.

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La Mela, in merito a tutto ciò, ha già annunciato che le app che propongono un abbonamento potranno includere pure un link per formalizzarlo al di fuori del sistema di Apple. Così facendo, non dovranno per forza pagare il 30% della commissione o il 15% come prima.

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