Il social, molto popolare tra gli adolescenti, fa fatica a tirarsi fuori dalla bufera che lo ha visto di recente coinvolto
Non si ferma il dibattito legato a quanto successo durante l’ultimo data breach che ha colpito la piattaforma social. Questo evento infatti ha messo in piazza molti dati che teoricamente non sono fatti per essere condivisi.
In primo piano erano finiti sotto il riflettore gli introiti inimmaginabili degli steamer. Da questo parametro era stato possibile comprendere meglio il giro di affari stratosferici generato da Twitch, che apparentemente, visto il target, era difficile immaginare di una portata così significativa.
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Ma vi è di più. Un’altra non trascurabile notizia era stata la pubblicazione di una lista dì nominativi che si è scoperto poi beneficiavano di un’immunità da ban. Steamer più o meno noti accostati a persone con un ruolo cardine nella società. Tra questi il CEO e co-fondatore Emmett Shear, indicato nell’elenco come non-bannabile.
Una situazione che ha aperto molti dubbi non solo in termini di sicurezza ma anche di trasparenza delle procedure che dovrebbero garantire il rispetto del regolamento nonché la tenuta di un ambiente considerato idoneo e rispettoso degli utenti.
La falla nel sistema e il buco che ha creato la fuga di dati sono opera di cyber criminali
Alla luce di quanto accaduto, e al netto di una polemica che non sembra vedere una fine, sono proprio i portavoce dell’azienda, attraverso i canali ufficiali, a fornire una versione dei fatti e delle azioni concrete intraprese. Secondo il comunicato quanto accaduto non dovrebbe avere alcun effetto sulla platea degli utenti, se non in minima parte. Coloro i quali sono infatti coinvolti nella falla sono stati contattati prontamente al fine ti preservare la privacy al meglio possibile.
Tuttavia i vertici hanno tenuta a fare un’ulteriore precisazione circa la natura della problematica che ha permesso ai cybercriminali di accedere ai sistemi. Secondo le parole dei tecnici, a permettere questa violazione, sarebbe stata la modifica apportata ad un server.
Una volta identificato però, grazie al loro intervento tempestivo, sarebbe tutto rientrato nell’ordine di normalità.
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Dopo ulteriori aggiornamenti inoltre, sempre secondo la versione diramata dalla società, non ci risulterebbe che nella fuga di dati siano state coinvolte password, o peggio, le specifiche delle carte di credito degli utenti. Questo è garantito dall’uso di un sistema di crittografia di tipo bcrypt, che garantirebbe la segretezza delle credenziali di accesso.
Pertanto alla luce di queste ultime dichiarazioni, in linea del tutto teorica, dovremmo dormire sonni tranquilli, poiché almeno da questo punto di vista è tutto molto chiaro.
Restano tuttavia ancora in sospeso le tematiche legate alla trasparenza restano ancora lontane dalla risoluzione.