Se la Corrente del Golfo rallenterà ancora, le temperature nel Nord Europa potrebbero scendere di 7 o 8 gradi, portando a mutamenti climatici simili disastrosi, che abbiamo già visto nei film apocalittici come The Day After Tomorrow
Aumento del livello del mare, tempeste e ondate di calore più intense. Questo è solo uno scenario ipotetico, ma probabile, di quello che sta per accadere.
Tutto perchè la Corrente del Golfo sta rallentando.
Secondo lo studio “Current atlantic meridional overturning circulation weakest in last millennium” pubblicato il 25 febbraio da Nature Geoscience, alla base di questo insolito fenomeno (parliamo di un processo naturale che non subiva modifiche del genere da almeno mille anni) dovrebbe esserci la crisi climatica.
Il meccanismo che regola la Corrente del Golfo è ormai completamente inceppato e questo rischia di causare cataclismi con un impatto fortissimo in Europa.
L’intero sistema di correnti della circolazione atlantica, il cui acronimo è AMOC, avrebbe perso quasi completamente la sua stabilità nell’ultimo secolo.
Ma ve lo ricordate Donald Trump quando sosteneva che i cambiamenti climatici fossero una follia? Questa situazione gli farebbe tenere la bocca chiusa.
Vediamo insieme cosa sta succedendo.
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Il rallentamento della Corrente del Golfo causerà danni irreversibili
Il tutto sta accadendo, come dicevamo, nelle Correnti del Golfo, cioè l’insieme della corrente nord-atlantica, è una potente corrente oceanica calda dell’emisfero boreale, presente nell’Oceano Atlantico Settentrionale.
Nasce nel golfo del Messico trasportando acqua calda tropicale verso il nord dell’Atlantico. Tale corrente è di vitale importanza per la mitigazione del clima dei paesi europei che si affacciano sull’oceano Atlantico: Portogallo, Spagna, Francia, Irlanda, Gran Bretagna e Islanda, con la sua influenza che si estende fino alla Scandinavia e oltre.
Ha subito una brusca frenata, come se il clima avesse subito un brusco rallentamento.La Corrente del Golfo sta rallentando sempre di più e sappiamo già che ha toccato il livello più lento da almeno 1600 anni a questa parte.
Lo assicurano gli scienziati dell’Istituto per la ricerca sull’impatto climatico di Potsdam, in Germania, che monitorano costantemente il fenomeno.
La modifica dell’Atlantic meridional overturning circulation, che gli studiosi abbreviano in “Amoc”, può infatti indurre a pesanti cambiamenti: si va dalla crescita nel numero e nell’intensità delle tempeste e degli uragani che colpiranno l’Europa, fino all’aumento del livello del mare sulla costa est degli Stati Uniti.
Ma non siamo di fronte a un fatto nuovo al mondo scientifico, che già da diversi anni monitora la situazione e mette in guardia sulle conseguenze legate alla modifica dell’Amoc. Inoltre, si tratta di un fattore previsto dai modelli climatici, come quelli dell’Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change), l’ente scientifico intergovernativo a supporto della Conferenza Onu sul cambiamento climatico.
“Sapevamo che un indebolimento della corrente del Golfo avrebbe aumentato la gravità e il numero di bufere che colpiscono il Regno Unito e avrebbe portato nuove ondate di calore in Europa”, ha dichiarato il coautore dello studio Stefan Rahmstorf, del Potsdam Institute for Climate Impact Research, “i dati ci dicono che il fenomeno è in atto.
Fino a ora la circolazione è rallentata del 15%. Tra 20 o 30 anni è probabile che si indebolisca ulteriormente, e questo influenzerà inevitabilmente il sistema climatico, in particolare quello del Nord America e dell’Europa”.
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Quanto tempo abbiamo per sperare di risolvere il problema?
Questo quadro dai contorni apocalittici è stato tracciato dal nuovo studio pubblicato sulla rivista Nature Climate Change.
Il problema è che la complessità del sistema Amoc manda in tilt i modelli matematici e quindi anche l’incertezza sull’andamento futuro del riscaldamento globale.
La vita sulla Terra non sarebbe più la stessa e dovremmo aspettarci una nuova glaciazione, tutto ciò avviene a causa del consistente scioglimento dei ghiacciai in Groenlandia, che rilasciandosi nell’Oceano rallentano il flusso delle calde acque salate.
Al momento è infatti impossibile stabilire l’arco temporale entro cui la corrente del Golfo potrebbe plausibilmente arrestarsi.
Non c’è neanche certezza che lo farà davvero. Tuttavia, questa crescente instabilità è un segnale eloquente che non può lasciare indifferenti e che deve dare una scossa a tutti.
Dai piccoli gesti dipendono grandi responsabilità, e di Terra ce n’è una sola, dovrebbe essere lei la nostra responsabilità più grande.