Un grande lago antartico è improvvisamente scomparso in soli 3 giorni

Alcuni scienziati australiani e statunitensi hanno scoperto tramite le immagini satellitari che un lago antartico di dimensioni rilevanti è scomparso misteriosamente in soli 3 giorni: cos’è successo?

lago antartico
Il grande lago presente sulla piattaforma Amery (a sinistra) e la dolina che si è formata in seguito alla sua scomparsa (a destra) – MeteoWeek.com | fonte: Warner et al., Geophysical Research Letters, 2021

In appena tre giorni, dalla grande piattaforma di ghiaccio Amery, nell’Antartide orientale, è scomparsa nell’oceano una massa d’acqua del volume compreso fra i 600 e i 750 milioni di metri cubi. Un deflusso che ha letteralmente prosciugato un grande lago antartico, avvenuto nel 2019 ma balzato soltanto oggi agli onori della cronaca grazie ad uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters dai ricercatori dell’Università della Tasmania, insieme all’Università della California di San Diego e alla Columbia University di New York. Le immagini – raccolte dal satellite IceSat-2 della NASA – evidenziano come al posto del lago si sia formata una sorta di cavità ghiacciata (detta dolina), che nell’estate del 2020 potrebbe aver formato un piccolo bacino, probabilmente defluito a sua volta nell’oceano.

Quel che resta oggi del misterioso lago antartico è una depressione di circa 11 chilometri quadrati e una frattura della calotta glaciale.

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Lago antartico scompare improvvisamente nel nulla: le ipotesi

Il dottor Roland Warner, leader del team di ricercatori dell’Università della Tasmania e membro dell’Australian Antarctic Program Partnership, sostiene che questo evento potrebbe essere stato causato da un fenomeno geologico detto idrofratturazione. In pratica, il peso dell’acqua accumulata nel lago antartico avrebbe aperto una fessura nella piattaforma di ghiaccio che si trova sotto il bacino, facendo defluire l’acqua nell’oceano sottostante e portando ad un sollevamento fino a 36 metri della regione occupata dal lago drenato. Warner, infatti, afferma: “Riteniamo che una grande crepa si sia aperta nella piattaforma di ghiaccio sottostante e abbia drenato l’intero lago nell’oceano in soli tre giorni“.

Gli autori della ricerca ipotizzano che lo scioglimento della superficie antartica potrebbe raddoppiare entro il 2050: un’ipotesi che solleva preoccupazioni sulla stabilità di altre piattaforme di ghiaccio.

In seguito a queste osservazioni, i ricercatori sono quindi giunti alla conclusione che il responsabile della scomparsa del lago non dovrebbe essere il cambiamento climatico e che lo studio della formazione di questi bacini antartici può rivelarsi fondamentale per comprendere l’evoluzione geologica della Terra.

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A riguardo, il glaciologo Massimo Frezzotti ha dichiarato all’Ansa: “Le piattaforme di ghiaccio sono importanti perché rappresentano un tappo al deflusso del ghiaccio delle calotte. Ma una loro riduzione o collasso induce un aumento del deflusso del ghiaccio della calotta continentale e questo fenomeno contribuisce all’innalzamento del livello del mare. […] Lo studio testimonia come il monitoraggio con sistemi satellitari permetta di studiare le aree più remote e inaccessibili del pianeta, nonché perfezionare le nostre conoscenze sulle piattaforme di ghiaccio galleggiante. Ciò permette di migliorare l’accuratezza delle nostre proiezioni sul contributo delle calotte di ghiaccio all’innalzamento del livello dei mari, a causa dei cambiamenti climatici indotti dall’uomo”.

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