Droni e robot, la svolta per liberare i nostri Oceani dalla plastica e combattere l’inquinamento

Uno studio ha messo insieme per la prima volta tutte le invenzioni mirate a risolvere il problema dei rifiuti di plastica sulle coste e nelle acque: usati quindi droni e robot per limitare l’inquinamento.

Mari inquinati: un problema risolvibile? – MeteoWeek.com

Per eliminare quella montagna di plastica e rifiuti vari che galleggia e si deposita sui fondali degli oceani, che sporca le spiagge e danneggia le coste, non basta cambiare le nostre abitudini e i nostri consumi: un nuovo stile di vita più sostenibile potrebbe prevenire e ridurre l’inquinamento alla radice, ma servono soluzioni tecnologiche che rimedino al danno già fatto.

Il mare è uno dei posti più inquinati della terra.

Il grande problema delle nostre acque è la plastica. Non solo quella visibile all’occhio umano ma anche le micro-particelle di plastica invisibili che vengono mangiate dai pesci e che possono venire ingerite anche dall’uomo.

Solo nell’Oceano Pacifico si conta esista un’isola di plastica più grande della Francia.

Gli scienziati ormai da anni stanno cercando di trovare un metodo per ridurre l’uso della plastica e soprattutto stanno sviluppando degli strumenti che aiutino a ripulire i mari, le falde e anche i terreni dai materiali di scarto.

Ed ecco l’idea di vari studiosi, che usano dei droni e dei robot, già al lavoro, negli oceani e nei mari del mondo per ripulire le acque dalla plastica.

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Una nuova funzione per droni e robot

i droni all’attacco verso la plastica marittima – MeteoWeek.com

Alcuni scienziati hanno provato a estrapolare il numero di tecnologie attualmente a disposizione dell’uomo per arginare i danni dei rifiuti in plastica.

I ritrovati sono in tutto 117. Un numero sicuramente incoraggiante, se pensiamo che tra essi potrebbe esserci il brevetto in grado di dare un contributo determinante alla salvaguardia delle distese acquatiche.

Quel che è ancora più entusiasmante, però, è il trend in aumento. Dal 2016 al 2020, quindi in 4 anni soltanto, le tecnologie anti-plastica sono aumentate del 73%.

Questo dimostra che gli oceani puliti, non possono essere impossibili.

Tra i principali finanziatori del progetto, anche l’Ue.

Un contributo che presumibilmente diventerà più cospicuo negli anni in cui i soldi del Recovery Fund prenderanno la direzione della transizione ecologica, il principale capitolo di spesa, ad esempio, del piano italiano.

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Le invenzioni

Grandi progetti per la salvaguardia degli oceani – MeteoWeek.com

Ecco quindi alcune impressionanti dispositivi la cui missione è, tra le altre cose, erodere quell’isola di plastica che spesso viene menzionata nelle discussioni sulla sostenibilità (si tratta del Great Pacific Garbage Patch, che si trova appunto nel Pacifico)

La soluzione potrebbe essere rappresentata da WasteShark, letteralmente lo squalo dei rifiuti, un robot “mangia plastica” sviluppato dall’azienda olandese Ranmarine Technologies, specializzata in soluzioni all’avanguardia per la pulizia dell’acqua.

La batteria di WasteShark permette fino a 16 ore di pulizia del mare senza interruzioni e il suo serbatoio centrale consente di raccogliere fino a 350 chili di plastica al giorno.

Il robot ha il nome di squalo perché la sua forma è davvero ispirata allo squalo balena e la sua grande “bocca” serve per raccogliere la plastica in mare.

Altro, i cestini galleggianti che filtrano l’acqua trattenendo l’immondizia, chiamati seabin; un muro subacqueo che non lascia passare la plastica, intrappolandola; un’imbarcazione cattura-rifiuti alimentata a energia solare, capace di raccogliere la plastica prima ancora che essa prenda la strada del mare.

Un passo avanti per risolvere l’inquinamento marittimo?

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