La città di Amsterdam testa Roboat: barche elettriche a guida autonoma che potrebbero rivoluzionare e rendere green il trasporto tra i canali. E non mancano peculiarità futuristiche
Da mesi, l’amministrazione comunale di Amsterdam, nei Paesi Bassi, sta incentivando la riconversione dei veicoli inquinanti. In questa serie di iniziative rientra anche Roboat, un progetto che potrebbe rivoluzionare il sistema di trasporto tra gli oltre 100 km di canali della città. Ideato dall’Amsterdam Institute for Advanced Metropolitan Solutions (AMS) in collaborazione col Massachusetts Institute of Technology (MIT) degli Stati Uniti, esso consiste in alcuni prototipi di barche elettriche senza conducente, quindi a guida autonoma. Un’idea 100% green, attualmente in fase di test nei pressi del Museo Marittimo Nazionale di Amsterdam.
Chiaramente, le imbarcazioni Roboat permetterebbero non solo di ridurre l’inquinamento prodotto dai battelli turistici nei canali cittadini (sono una delle attrazioni principali della città e viaggiano anche per 14 ore al giorno), ma anche di decongestionare il traffico terrestre. “Come gestire lo spazio ristretto è un problema per molte città”, afferma Victor Everhardt, vicesindaco di Amsterdam. “Noi abbiamo una parte importante della città occupata dall’acqua, quindi, ha senso sfruttarla. Penso sia fantastico questo progetto di studio sul trasporto autonomo sui canali“.
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Roboat, le barche elettrice a guida autonoma di Amsterdam: caratteristiche
I prototipi del progetto Roboat sono dotati di quattro propulsori alimentati da una batteria elettrica; viaggiano ad una velocità massima di 6 chilometri orari e la loro autonomia va dalle 12 alle 24 ore, in base al tipo di batteria montato e al peso del carico trasportato. Le dimensioni delle imbarcazioni sono contenute (4 metri di lunghezza e 2 di larghezza), in modo da non creare “problemi di passaggio” nei vari canali.
Ma come vengono gestite le varie barche? Esse sono comandate a distanza da un computer che attraverso sensori LIDAR e telecamere raccoglie ed elabora le caratteristiche dello spazio attorno ai mezzi. Un Doppler Velocity Log (DVL) permette il rilevamento di eventuali ostacoli ed eventualmente di trovare un percorso alternativo. I ricercatori di AMS sostengono che quando Roboat incontra un oggetto sull’acqua, valuta se questo si muove e determina la migliore traiettoria per evitarlo.
I prototipi sono inoltre dotati di speciali meccanismi atti a gestire l’ormeggio e l’attracco. Stephan van Dijk, direttore del ramo Innovazione dell’Istituto AMS, ha spiegato che l’utilizzo di tecnologie sofisticate è essenziale non soltanto per far viaggiare il prototipo in autonomia, ma soprattutto per fare in modo che la barca possa destreggiarsi con facilità nel grande traffico dei canali di Amsterdam, dove le manovre e le operazioni di attracco sono rese più complicate dalla presenza di imbarcazioni, moli e banchine.
Ma le Roboat sono anche versatili: grazie ad alcuni elementi modulari si possono adattare al trasporto di persone, oppure di merci o rifiuti, come visibile nel video sottostante.
Possono infatti trasportare fino a 5 passeggeri o 1500 chili di materiali. Insomma, dei mezzi tuttofare che possono anche rivelarsi un’attrazione per i turisti, considerando che “più del 90% dei musei si trova lungo il bordo del canale, o a meno di 200 metri di distanza a piedi“.
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Le tempistiche
Quanto bisognerà aspettare per vedere le Roboat circolare nei canali di Amsterdam? Secondo l’ingegnere meccatronico Rens Doornbusch, membro della squadra che sta lavorando al progetto, serviranno dai 2 ai 4 anni per perfezionare le tecnologie di manovra, in modo che l’imbarcazione possa navigare in tutta sicurezza. Andranno poi chiarite diverse questioni burocratiche, soprattutto in termini di permessi e di privacy, a causa della presenza delle telecamere. Ma le basi sono già state poste: incoraggiare lo sviluppo e la circolazione di veicoli elettrici fa parte dell’iniziativa di vietare il transito dei mezzi alimentati a gasolio nel centro città entro il 2025.