Secondo uno studio scientifico dell’Università di Leeds, chi gioca a FIFA 21 sporgendosi in avanti ottiene un effetto positivo sulla performance. Ecco i dati
Per vincere ai videogiochi sono sufficienti l’abilità e la fortuna? A parere di molti sì, ma secondo uno studio scientifico condotto dall’Università di Leeds – in Inghilterra – c’è un altro elemento che può aiutare i gamer a raggiungere i propri risultati: la postura. In particolare, i ricercatori si sono concentrati su un videogioco famosissimo come FIFA 21, analizzando il comportamento degli utenti nel momento in cui le partite si fanno più impegnative. La maggior parte dei giocatori tende infatti a cambiare postura, passando istintivamente da una posizione rilassata (o distesa) ad una rivolta verso lo schermo.
Lo studio, commissionato dal sito stakester.com al team di Andrea Utley, docente di Motor Control and Development all’Università di Leeds, ha avuto come protagonisti dieci videogiocatori abituali di FIFA 21 di età compresa tra i 18 e i 35 anni, ai quali è stato chiesto di riprendersi durante i match. In tutti i casi, spostare il peso in avanti ha determinato prestazioni migliori, sia a livello offensivo, sia a quello difensivo. Lo dimostrano i numeri: mantenendo questa postura i gamer hanno realizzato oltre il doppio dei gol (110 a fronte di 52) e ne hanno concessi di meno (56 a fronte di 70). Gli studiosi sono quindi giunti ad una semplice conclusione: il cambio di postura determina un “effetto positivo sulla performance”.
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FIFA 21, la postura conta ma senza esagerare
Considerando i dati emersi, si potrebbe pensare che sporgersi verso lo schermo sia necessario per tutta la durata delle partite. E invece no: nei match di FIFA 21 conclusi con una vittoria, i giocatori si sono seduti in avanti in media per il 35,5% del tempo (4 minuti e 41 secondi a incontro), mentre in quelle terminate con una sconfitta per il 52,6% (7 minuti e 55 secondi). Questo indica come questa tattica vada impiegata in ottica non quantitativa, ma qualitativa. Ciò vuol dire che essa è maggiormente efficace quando viene tenuta in serbo soltanto per i momenti più critici delle partite.
Lo conferma la stessa professoressa Utley: “È chiaro che sedersi in avanti ha migliorato la capacità dei partecipanti al nostro studio sia di segnare che di non concedere gol. Ma sembra che ci sia un tempo ottimale da spendere in questa posizione, e che assumerla per più della metà della partita abbia un effetto negativo sulla prestazione”. Ma perché? “Sporgersi per periodi di tempo eccessivi può causare affaticamento sia per il sistema posturale che per gli occhi, il che è dannoso per la performance”, afferma la docente. Si deduce quindi che la postura può aiutare, ma non bisogna (e non serve) esagerare.
Un movimento automatico e istintivo
In effetti, alzi la mano chi, giocando a FIFA, non ha mai assunto la suddetta posizione. Ma non preoccupatevi, perché è una cosa normale. Infatti, da un’altra fase dello studio (che ha coinvolto circa 1.000 giocatori di FIFA 21) è emerso che il 49,2% dei videogiocatori che cambiano postura lo fa in maniera del tutto automatica, mentre il 41,5% agisce sia istintivamente che di proposito. Infine, solo il 9,3% ha affermato di avere pieno controllo dei propri movimenti.
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Secondo gli intervistati, i principali motivi che portano ad avvicinarsi allo schermo sono due: la sensazione di aumentare il proprio livello di attenzione (34,8%) e avere la possibilità di vedere meglio ciò che accade in campo (24,4%).