La relazione annuale di Auditel ha fatto emergere alcuni dati interessanti circa il 2020: l’anno che verrà ricordato principalmente per la pandemia ha condotto l’Italia ad un autentico boom nella digitalizzazione. I settori più interessati riguardano per lo più il mondo dello streaming, che ha accompagnato moltissime persone durante i lunghi periodi trascorsi a casa. Emerge però anche il problema opposto: sono oltre 3,5 milioni le famiglie ancora senza Internet
E’ trascorso ben più di un anno dallo scoppio della pandemia da COVID-19, che ha piegato il mondo intero costringendo a trascorrere molto più tempo a casa. Le misure di contenimento della diffusione del virus hanno previsto infatti lunghi periodi di chiusure parziali o totali. Il periodo più difficile, che forse più degli altri ricorderemo, è stato quello inerente al primo lockdown scattato nella finestra di tempo che va da marzo a maggio 2020.
Le chiusure sono state poi riproposte in maniera simile a partire da novembre 2020, con l’introduzione delle colorazioni per le Regioni in base all’indice RT. Durante tutti questi periodi, la stragrande maggioranza delle persone ha trascorso più tempo a casa e per forza di cose sono emerse delle nuove tendenze e abitudini.
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Auditel: la pandemia ha dato una spinta decisiva alla digitalizzazione in Italia
Proprio sulle abitudini degli italiani durante la pandemia è stata indirizzata la relazione annuale Auditel, nella quale è emerso un autentico boom nella digitalizzazione del Paese a causa del maggiore tempo trascorso a casa.
La relazione annuale, tenutasi nella Sala Zuccari del Senato, ha fatto emergere in particolar modo una moltiplicazione degli abbonamenti in streaming e un sempre più intenso interesse verso la televisione, rimasta centrale nell’esperienza quotidiana delle persone. Come sostenuto da Andrea Imperiali, presidente di Auditel, “sotto la spinta dei giganti tecnologici, che operano su dimensioni di scala globali e in un regime di concorrenza a loro estremamente favorevole, si è innescata una grande corsa mondiale al “nuovo oro televisivo”, con processi di concentrazione e alleanze trasversali senza precedenti. Favoriti dal lockdown nei Paesi industrializzati, i colossi dello streaming hanno visto crescere in maniera esponenziale gli abbonamenti e raggiunto capitalizzazioni di borsa vertiginose”.
D’altro canto sono le cifre stesse a parlare chiaro: su device digitali le visualizzazioni di contenuti TV sono aumentate del 63% e il tempo speso del 136%. Gli schermi hanno raggiunto quota 112 milioni e gli utenti sono sempre più interconnessi, in diverse modalità. Le previsioni per il futuro sono orientate proprio in questa direzione: per i prossimi quattro anni l’aumento dello streaming è previsto per il 30% su base annuale e costituirà il 76% dell’intero traffico da mobile.
Riemerge il problema opposto: 3,5 milioni di italiani sono senza rete Internet
La crescita esponenziale della digitalizzazione in Italia fa riemergere però il problema opposto: sono 3,5 milioni le famiglie italiane senza connessione a Internet, un problema di portata enorme che ha fatto sentire il peso del digital divide ancor di più proprio in corrispondenza della pandemia.
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Ancora oggi, queste famiglie non possono avere accesso a molteplici servizi fruibili soltanto grazie ad Internet, come ad esempio la didattica a distanza, e “rischiano di essere totalmente emarginate dalle dinamiche in atto”, come evidenziato ancora da Andrea Imperiali.