Alibaba rischia di chiudere: maximulta da più di 2.7 miliardi di dollari. Sapete già i motivi di tale sanzione?

Le autorità cinesi hanno deciso di sanzionare l’Alibaba, con una maxi-multa di 2,78 mld di dollari.

Alibaba – MeteoWeek.com

Le autorità cinesi hanno sanzionato il gigante dell’e-commerce Alibaba con una maxi-multa da 18,2 miliardi di yuan (pari a 2,78 miliardi di dollari) per abuso di posizione dominante.

La multa fa seguito all’inchiesta avviata nei confronti dell’azienda cinese a dicembre.

Ad infliggerla è stata Pechino che ha chiuso un’indagine antitrust sull’abuso di posizione dominante, nel mezzo degli sforzi di Pechino per riportare sotto controllo l’enorme potere accumulato dai grandi gruppi Internet.

La sanzione di 18,2 miliardi di yuan, annunciata sabato, è pari al triplo del precedente massimo di quasi 1 miliardo di dollari comminata nel 2015 al produttore di microchip americano Qualcomm ed è circa il 12% dell’utile netto del 2020 di Alibaba: la mossa aiuta a rimuovere parte dell’incertezza che grava sulla compagnia dopo l’avvio dell’indagine di dicembre, ma lascia diversi punti ancora in sospeso.

Il gigante dell’e-commerce Alibaba minimizza la multa record imposta dall’Antitrust cinese e il titolo vola in Borsa ad Honk Kong sfiorando quasi il 9% (237,60 dollari) e ora viaggia a +8,07%.

A rassicurare gli investitori sono state le parole del ceo Daniel Zhang che ha assicurato in una conference call con gli analisti che la multa “non avrà un impatto negativo” sul business di Alibaba.

LEGGI ANCHE: Alibaba nei guai: la Cina apre un’indagine antitrust

Il volo in borsa dopo la minimizzazione riguardo all’intervento dell’antitrust

Alibaba vola in borsa – MeteoWeek.com

Il gruppo ha promesso di abbassare i costi operativi per i commercianti sulle sue piattaforme.

“Abbiamo una comunicazione continua con i regolatori“, ha detto Zhang, aggiungendo che la società “rispetterà pienamente” i requisiti.

Abbiamo avuto una buona guida (da parte dei regolatori) su alcune delle questioni specifiche della legge anti-monopolio e direi che siamo lieti di essere in grado di lasciarci questa questione alle spalle“, ha aggiunto il vicepresidente della società Joe Tsai.

È improbabile che la multa incida in modo sostanziale sulle attività di Alibaba, dato che, come precisato dall’Antitrust, la multa rappresenta il 4% delle vendite interne del 2019, quando la società ha registrato profitti per oltre 12 miliardi di dollari solo negli ultimi tre mesi del 2020.

In una nota, la compagnia, che si prepara per la prova delle Borse di Hong Kong e di New York e che terrà una teleconferenza dedicata al responso antitrust, ha “accettato la pena con sincerità garantendone la sua conformità con determinazione”, continuando a rafforzare “i suoi sistemi di conformità” e “la crescita attraverso l’innovazione”.

Il pericolo di misure più draconiane, come il temuto spezzatino ipotizzato da alcuni analisti, è per ora scampato.

LEGGI ANCHE: iPhone non resiste all’acqua: Antitrust multa Apple per pubblicità ingannevole

La multa salata

Antitrust contro Alibaba – MeteoWeek.com

Alibaba è stata sanzionata per 18,23 miliardi yuan (pari a 2,33 miliardi di euro) per le violazioni delle regole antitrust.

L’ammontare della multa equivale al 4% dei ricavi del gruppo nel 2019, e la sanzione rappresenta il punto più alto del giro di vite contro le grandi conglomerate del tech cinese, che vede nel mirino anche l’altro colosso fondato da Jack Ma, il braccio fintech di Alibaba, Ant Group.

Nel mirino delle autorità finanziarie di Pechino c’è la pratica in uso dal 2015 di costringere i commercianti a scegliere una sola piattaforma. In questo modo, secondo l’Antitrust cinese, Alibaba ha limitato la concorrenza nel mercato delle piattaforme di servizi di vendita al dettaglio on line in Cina, ostacolato l’innovazione e lo sviluppo dell’economia delle piattaforme e danneggiato gli interessi dei consumatori, costituendo “un abuso della posizione dominante sul mercato”.

La multa inflitta al colosso dell’e-commerce è la più alta mai imposta in Cina, supera quella a Qualcomm nel 2015, quando il gruppo di tecnologie per le telecomunicazioni Usa fu sanzionato dalle autorità anti-trust cinesi per 975 milioni di dollari.