La Russia ha annunciato l’intenzione di rallentare la velocità di funzionamento di Twitter e minaccia il blocco totale, a causa della mancata rimozione di contenuti ritenuti illegali. E anche Facebook è nel mirino delle autorità
Nella giornata di mercoledì, 10 marzo, le autorità russe hanno annunciato di aver messo letteralmente nel mirino i social network. Il primo attacco è rivolto a Twitter: la Russia ha infatti deciso di confermare il rallentamento della velocità di funzionamento del social network cinguettante, a causa della mancata rimozione di contenuti e informazioni considerate illegali. Ma non solo: come riportato da Reuters ha minacciato un blocco totale della piattaforma nel paese se non rispetterà le sue richieste di cancellazione. Nel mese di febbraio Twitter aveva bloccato 100 account ritenuti legati al governo russo: 69 di questi perché “diffondevano narrazioni allineate col governo russo e minavano la fiducia nella Nato e nella sua stabilità”; e i restanti 31 in quanto “riempivano il web di commenti e notizie pro-Cremlino”.
Più precisamente, questo clima di tensione tra Mosca e le società di social media statunitensi nasce dalla mancata rimozione dei post che incoraggiavano i minori a prendere parte alle proteste contro il Cremlino. Twitter è infatti ampiamente utilizzato dagli oppositori del Cremlino e gli utenti russi hanno già affermato di aver riscontrato difficoltà nel visualizzare foto e video sul social. Con ogni probabilità, l’aumento delle tensioni politiche interne in seguito all’arresto e l’incarcerazione del principale oppositore di Putin Alexei Navalny (fatto che ha innescato proteste a livello nazionale) ha dato ancora più impulso a questa linea dura.
Roskomnadzor, nonché il Servizio federale russo di supervisione delle comunicazioni, ha dichiarato: “Allo scopo di proteggere i cittadini russi, dal 10 marzo 2021 nei riguardi di Twitter sono state adottate misure di reazione centralizzata e propriamente il rallentamento primario della velocità del servizio. Il rallentamento sarà realizzato sul 100% degli apparecchi mobili e sul 50% di quelli fissi”.
La Russia rallenta Twitter, ma anche Facebook è nel mirino
Roskomnadzor sostiene di aver inviato al social network oltre 28.000 richieste per la cancellazione di contenuti illegali: circa 3.000 di questi non sarebbero stati rimossi. Secondo le autorità russe, tuttavia, la politica non c’entra: si tratterebbe di post che includono incitazioni al suicidio di minori, materiale pedopornografico e informazioni sull’uso di stupefacenti.
Vadim Subbotin, vice capo di Roskomnadzor, ha inoltre aggiunto che esiste la possibilità che il traffico di altre piattaforme web possa essere rallentato in caso di ulteriori violazioni delle leggi russe. “Preferirei non nominarle. Ora stiamo parlando di un trasgressore specifico, nei confronti del quale si stanno prendendo misure rilevanti per garantire l’adempimento della legge russa“, ha affermato Subbotin riferendosi a Twitter.
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Tuttavia, sebbene Subbotin si sia “guardato bene” dal fare nuovi nomi, il membro della Commissione della Duma sulla Comunicazione Anton Gorelkin ha dichiarato che il prossimo obiettivo di questa “battaglia” potrebbe essere Facebook. “Il prossimo candidato per tali misure di rallentamento è Facebook“, ha dichiarato Gorelkin all’agenzia Interfax. “A differenza di Twitter, Facebook cerca almeno di dare spiegazioni, quando riceve le richieste dal Roskomnadzor. Allo stesso tempo, anche questo social network contiene informazioni illegali. Twitter non rimuove assolutamente nulla, e non è solo una questione di storie politiche: prima di tutto c’è la questione degli account associati alla mafia della droga, o dei suicidi. Non ci sono assolutamente colloqui con l’azienda e non è chiaro come Twitter stia prendendo le decisioni“, ha detto.
Nelle scorse settimane, le autorità russe hanno già preso di mira anche TikTok, in quanto alcuni utenti avrebbero pubblicato sulla piattaforma alcuni appelli a partecipare alle proteste contro l’arresto di Navalny.