Il Tribunale di Milano, con i provvedimenti del 12 e 15 Febbraio, ha imposto al provider Cloudflare di cessare tutti i servizi erogati in favore delle IPTV illegali. In caso contrario, la multa prevista per la società americana è salatissima: si parla di 5000 euro per ogni giorno in cui non viene rispettato quanto esposto
Con il termine IPTV, acronimo di Internet Protocol Television, si intende un sistema di trasmissione televisiva che avviene mediante connessioni Internet, e basato su protocolli TCP/IP. Si trovano molti esempi di questo servizio attivi anche in Italia, tuttavia molto più frequentemente l’espressione viene associata purtroppo a servizi in streaming illegali.
Denominato di frequente anche con l’espressione “pezzotto”, l’IPTV consente di fruire dei contenuti di grandi reti televisive – come Sky e Dazn, ma anche di altri circuiti internazionali – a fronte del pagamento di una cifra irrisoria se paragonata agli abbonamenti richiesti dalle rispettive reti in via ufficiale. Il funzionamento è il seguente: l’utente finale paga il “rivenditore”, spesso tramite canali nascosti e apparentemente non tracciabili, e il rivenditore procede a trasmettere il servizio da una propria infrastruttura, il tutto esclusivamente tramite connessione Internet.
Inutile dire che utilizzando i servizi IPTV si sta commettendo un illecito. Le autorità periodicamente svolgono indagini, chiudono host, e individuano gli autori dell’illecito (siano essi rivenditori o clienti). Proprio in questi giorni si è espresso il Tribunale, emettendo un provvedimento nei confronti di un noto provider.
IPTV: la decisione nei confronti di Cloudflare dal Tribunale di Milano
Il Tribunale di Milano, infatti, tramite i provvedimenti del 12 e del 15 Febbraio ha messo nel mirino la società statunitense Cloudflare, intimandola a bloccare tutti i servizi resi in favore delle IPTV e in particolare per il servizio di hosting sfruttato a scopo illegale. In caso di non adempimento a quanto imposto, il provider sarà costretto a pagare una penale di 5000 euro per ogni giorno in cui non verrà rispettata la decisione del Tribunale.
Cloudflare non è stato l’unico bersaglio di queste decisioni: Googe Ireland ltd infatti dovrà depositare in giudizio tutte le informazioni necessarie ad identificare i destinatari dai propri servizi.
Il provvedimento nei confronti di Cloudflare in realtà rappresenta una nuova pronuncia da parte del Tribunale, dato che la vicenda risale a Ottobre, ma Cloudflare aveva avanzato un reclamo.
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La soddisfazione della Lega Calcio per il risultato ottenuto
Si tratta senz’altro di un autentico colpo basso alla pirateria e agli streaming illegali, fenomeno purtroppo dilagante che la Lega Calcio si è promessa di combattere fino alla completa estinzione della pratica illecita. In tal senso si è espresso Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega Serie A:
“L’obiettivo finale che ci siamo posti è l’azzeramento delle trasmissioni illecite, a tutela del nostro prodotto, dei licenziatari e del consumatore che si abbona ai servizi pay perché l’industria del calcio non può tollerare questo sottobosco malavitoso che drena risorse al sistema. I recenti provvedimenti emessi da diversi Tribunali, in particolare quello di Milano, ci confermano che stiamo agendo nella giusta direzione, e grazie alla stretta collaborazione con le forze dell’ordine abbiamo raggiunto risultati che nessun’altra Lega di calcio in Europa è riuscita ad ottenere negli ultimi mesi”.