Facebook e privacy: quali nostri dati raccoglie il social network?

Facebook in materia di privacy assicura ai propri iscritti la massima protezione dei dati sensibili. Molti di questi, però, vengono comunque raccolti dal social network per diversi fini. Ecco quali sono

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Facebook raccoglie svariati dati personali degli utenti. – MeteoWeek.com

Dopo la vicenda di WhatsApp e il nuovo aggiornamento sulla privacy, sembra che la questione si stia spegnendo progressivamente, essendo stato certificato che i cittadini europei, grazie al GDPR, sono protetti dalla condivisione dei dati personali da WhatsApp a Facebook.

Resta però il problema di chi utilizza Facebook. Come molti suggeriscono, rifiutare di utilizzare WhatsApp a causa delle nuove policy, ma utilizzare comunque Facebook è un controsenso: il social network di Mark Zuckerberg infatti raccoglie molti più dati di quanto ci si possa aspettare. Vi proponiamo di seguito alcuni dei dati più importanti raccolti dal social.

Facebook privacy: i dati raccolti dal social

I dati personali raccolti da Facebook in materia di privacy sono molti, forse troppi. Tra questi rientrano: l’indirizzo, le carte di credito, la cronologia delle chat, le sessioni attive, i clic sulle inserzioni (fortunatamente solo a scopo commerciale, per proporre pubblicità maggiormente d’interesse), città attuale, data di nascita, dati di riconoscimento facciale, e-mail, indirizzo IP, ultima posizione, accessi (login e logout dall’account), numero di telefono cellulare associato all’account, orientamento politico e religioso, ricerche e impostazioni sulla privacy.

Come già detto, queste sono soltanto alcune delle informazioni che Facebook raccoglie dall’utente. Altre sono piuttosto scontate: pensiamo ad esempio ai post pubblicati o alle pagine seguite, elementi già visibili a tutti i nostri amici (e non solo, se l’account non è privato) e quindi per forza di cose visibili anche al social stesso.

Ciò che emerge è un quadro piuttosto controverso. Da un lato infatti è lecito aspettarsi che il social raccolga informazioni sensibili dell’utente; dall’altro però c’è pur sempre la preoccupazione di dover condividere così tante informazioni private ad una grande compagnia, che pur rappresentando un ente ormai riconosciuto a livello globale, è pur sempre un big di Internet e potrebbe fare uso dei nostri dati per fini che potrebbero non piacerci.

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Iscrivendosi a Facebook si è consapevoli di cedere i propri dati personali nelle mani dell’azienda. – MeteoWeek.com

Facebook e altri social: ha ancora senso parlare di diritto alla privacy?

La domanda che in questi giorni molti utenti si stanno ponendo è proprio questa: ha ancora senso parlare di diritto alla privacy? La risposta è certamente complicata, tant’è che alcuni suggeriscono che parlare di privacy ormai sia anacronistico.


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Se consideriamo la privacy dei dati personali in senso stretto, non ha più senso parlare di privacy perché i nostri dati – o parte di essi – vengono sempre e comunque condivisi con il social o con il sito cui siamo iscritti. Piuttosto, si parla di “privacy” in un altro senso: quando ci si iscrive ad un social network come Facebook, bisogna essere consapevoli di stare affidando i propri dati ad un’azienda del Web, la quale garantisce la nostra privacy. Non siamo più obbligatoriamente noi i fautori della nostra stessa privacy, bensì l’azienda che ci propone un servizio.