iTunes ha compiuto da poco 20 anni: il software di Apple è stato il più popolare tra i dispositivi dell’azienda di Cupertino e ha portato una rivoluzione nel modo di ascoltare la musica per tutti noi
Oggi il nostro modo di ascoltare musica è per lo più digitale. Ci si reca su Internet e si acquista un brano, oppure un album o una playlist, in formato completamente digitale con download. O ancora, si sfrutta l’abbonamento ad applicazioni come Spotify o Prime Music per ascoltare tutti i propri brani preferiti in streaming.
Da vent’anni a questa parte il nostro modo di ascoltare musica in sostanza è cambiato radicalmente. Si è passati dal supporto ottico dei CD/DVD al supporto digitale dei lettori MP3 prima, e degli smartphone poi, senza trascurare tutti gli altri dispositivi che offrono riproduzione musicale come i PC, le console e quant’altro.
Al principio di questo processo evolutivo risiede iTunes, servizio musicale pubblicato da Apple nel 2000, che ha dato il via a molte innovazioni non soltanto di natura tecnologica, ma anche etica nei confronti degli artisti.
La nascita di iTunes
iTunes è stato presentato da Steve Jobs nel 2000, durante il MacWorld corrispettivo di quell’anno. L’annuncio è stato accolto di certo con grande clamore, ma ben pochi si potevano immaginare a cosa avrebbe portato l’introduzione di un servizio musicale completamente digitale.
Tramite iTunes infatti si poteva acquistare e ascoltare musica in download digitale, dicendo addio ai CD che fino a quell’anno spopolavano in tutto il mondo. Ecco, quindi, l’innovazione “etica” di cui vi abbiamo appena fatto cenno: in questo modo infatti gli artisti sono stati tutelati, in un periodo dove la pirateria – musicale e non solo – dilagava e decretava l’insuccesso di molti artisti, soprattutto quelli meno conosciuti.
Il funzionamento
iTunes ha funzionato esattamente come uno store digitale qualsiasi, ma per la musica. Ci si poteva recare nell’applicazione, scorrere tra i propri artisti preferiti e acquistare singoli brani o interi album.
Le proprie scelte venivano quindi scaricate nel dipositivo, che al tempo era rappresentato quasi sempre dall’iPod, e gli utenti potevano realizzare una playlist personalizzata in un batter d’occhio.
La fine di iTunes
Il celebre software, però, nel corso degli anni è diventato irrimediabilmente obsoleto, a causa della nascita di app per l’ascolto in streaming come Spotify, Amazon Music e similari. La fama sempre più crescente di queste applicazioni ha portato Apple a chiudere definitivamente il servizio, che è stato suddiviso in tre app: Apple Music, Apple TV ed Apple Podcasts, ad oggi contenute in ogni iPad, iPhone e Mac.
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Tali applicazioni stanno comunque godendo della stessa, grande comodità offerta prima da iTunes e in qualche modo anzi risultano più comode, potendo suddividere gli interessi degli utilizzatori. Ciò che resta in ogni caso è il bel ricordo di chi ha sfruttato il servizio di iTunes fino a qualche anno fa: non si può non riconoscere ad Apple il merito di aver rivoluzionato le nostre routine quotidiane nell’ascolto della musica.