Continua la serrata “guerra tecnologica” tra Stati Uniti e Cina: questa volta a finire nel mirino di Trump sono 8 piattaforme di pagamento online, tra le quali figura la celebre Alipay
Nella giornata di ieri, 5 gennaio, il presidente uscente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che vieta le transazioni con otto piattaforme di pagamento cinesi. Tra queste rientra anche il colosso Alipay, lanciata nel 2004 da Alibaba Group e il suo fondatore Jack Ma. Essa è “in buona compagnia” con QQ Wallet, WeChat Pay, Tencent QQ, CamScanner, SHAREit, VMate e WPS Office, ovviamente tutte app cinesi. L’ordine entrerà in vigore tra 45 giorni, ovvero una volta che Trump avrà lasciato definitivamente il proprio incarico. Tuttavia, considerando che il presidente eletto Joe Biden siederà alla Casa Bianca dal 20 gennaio, se quest’ultimo deciderà altrimenti, l’ordine potrebbe non entrare mai in vigore.
Come in seguito ad ogni blocco rivolto ad app o aziende tecnologiche cinesi, gli USA affermano di “dover intraprendere un’azione aggressiva contro coloro che sviluppano o controllano applicazioni software cinesi per proteggere la nostra sicurezza nazionale“. In aggiunta, il governo statunitense ha affermato che “le app potevano essere utilizzate (dal governo cinese, n.d.r.) per tracciare e creare dossier sui dipendenti federali degli Stati Uniti”.
Frasi già sentite più volte, in occasione dei blocchi di Huawei, WeChat, TikTok e del produttore di droni DJI, quest’ultimo avvenuto poche settimane fa. Questa volta, l’ordine esecutivo del presidente Trump afferma che “accedendo a dispositivi elettronici personali come smartphone, tablet e computer, le applicazioni software cinesi connesse possono accedere e acquisire vaste aree di informazioni dagli utenti, comprese informazioni sensibili di identificazione personale e informazioni private“.
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Una limitazione tuttavia marginale e con il solo scopo di “ribadire la linea”
L’amministrazione Trump, come detto poc’anzi, ha già emesso ordini per bloccare popolari app cinesi quali TikTok e WeChat. Ma, in termini di impatto diretto, anche entrasse in vigore, la nuova misura potrebbe comportare risultati molto limitati. Se ad esempio TikTok è molto popolare anche negli Stati Uniti, la app Alipay ha una presenza più marginale, considerando che la stragrande maggioranza degli utenti che la utilizzano si trovano in Cina. I numeri sono evidenti: nel 2020, Alipay – negli Stati Uniti – ha contato 207.000 download: molto meno di app come WeChat, che ne ha totalizzati 1,6 milioni.
Ma, tornando al blocco di Alipay, nonostante i suoi effetti limitati, questo ennesimo divieto vuole soltanto essere un’ulteriore scintilla per alimentare le tensioni nei rapporti economici e commerciali dei due paesi. E mai come ora nelle menti di molti sorge un importante interrogativo: Biden seguirà la stessa linea del suo predecessore? Lo scopriremo a breve.