L’amministrazione Trump ricorre in appello contro l’ordinanza di un giudice distrettuale che ha bloccato i divieti previsti contro l’app cinese emanati dallo stesso Presidente, per fortuna, uscente.
Dove eravamo rimasti?
La vicenda si trascina da agosto, quando il magnate Donald Trump ha emesso un ordine esecutivo che bollava TikTok e WeChat, entrambe applicazioni cinesi, come un pericolo per la nazione poiché sospettate di trasferire i dati degli utenti statunitensi al governo di Pechino.
Nonostante le applicazioni abbiano più volte dimostrato l’infondatezza delle affermazioni della Casa Bianca, Trump ha obbligato ByteDance, la società cinese dietro TikTok, a vendere entro 90 giorni la piattaforma di microvideo, pena il blocco delle attività negli Stati Uniti.
“L’ordine esecutivo emesso dall’amministrazione il 6 agosto 2020 ha il potenziale di togliere i diritti alla comunità senza alcuna prova che giustifichi tale azione estrema e senza giusto processo – hanno comunicato i vertici alla guida del social network attraverso le parole del loro portavoce -. Siamo fortemente in disaccordo con la posizione dell’amministrazione Trump, secondo cui TikTok è una minaccia alla sicurezza nazionale, e abbiamo già spiegato queste obiezioni in precedenza”.
TikTok aveva poi aggiunto “Ora è tempo per noi di agire. Non prendiamo alla leggera il far causa al governo, tuttavia sentiamo di non avere altra scelta che agire per proteggere i nostri diritti, e i diritti della nostra comunità e degli impiegati Noi riteniamo che l’amministrazione abbia ignorato i nostri diffusi sforzi per rispondere alle sue preoccupazioni”.
Il riferimento ai problemi di sicurezza che sono eventualmente arrivati all’orecchio di Donald Trump. Motivi che hanno spinto l’ex numero uno degli Stati Uniti a prendere la decisione, attraverso un ordine esecutivo, di obbligare l’azienda a vendere.
Secondo i vertici di TikTok, Donald Trump avrebbe rifiutato qualsiasi tentativo di ascolto: l’azienda, infatti, voleva fugare qualsiasi dubbio sulla sicurezza del proprio social network al numero uno della Casa Bianca. Ma i colloqui non sarebbero mai arrivati.
Come sta procedendo la guerra TikTok vs Donald Trump
Il Dipartimento di giustizia ha presentato un ricorsocontro l’ordinanza emessa da un giudice che ha bloccato l’entrata in vigore delle restrizioni contro TikTok negli Stati Uniti.
Nonostante manchi meno di un mese all’insediamento del neo-Presidente Joe Biden, il governo Trump proprio non vuole mollare la presa su TikTok, che aveva infatti avviato un’azione contro il social mediante il Dipartimento del Commercio, il quale mirava a bloccare ogni traffico dati da parte di TikTok, cosa che all’atto pratico gli avrebbe completamente impedito di funzionare, azione respinta però dal giudice Carl Nichols l’8 Dicembre, con la motivazione che tutte le iniziative prese in autonomia esulano dal campo di competenze del dipartimento.
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Le elezioni hanno sparigliato le carte.
La tensione si è allentata e TikTok è riuscita a ottenere due rinvii per la vendita, prima al 27 novembre e poi al 4 dicembre.
In parallelo la app ha impugnato le ordinanze. E si è vista dare ragione da una sfilza di tribunali, al punto che persino il governo ha fatto un passo indietro, cancellando la scadenza per la vendita.
Trump però ora sembra intenzionato a voler chiudere la partita prima di lasciare la Casa Bianca, in un match che finora ha visto trionfare il suo concorrente.