Tempi duri per gli amanti di IPTV, “pezzotto” e simili: l’AGCOM (Autorità Garante delle Comunicazioni) è infatti stata insignita di nuovi poteri, allargati rispetto a quelli che già aveva, per poter bloccare o comunque operare illimitatamente nei confronti dei trasgressori.
L’autorità amministrativa indipendente, che ha sede principale a Napoli e secondaria a Roma, è stata soggetto di un nuovo testo legislativo, infatti, che le dà pieni poteri circa le azioni necessarie a contrastare la pirateria televisivo/informatica e la trasmissione illegale di contenuti televisivi in streaming.
Il testo, redatto dalla Camera dei Deputati e riportante data 10 maggio 2022, è di fatto un “bollettino delle Giunte e delle Commissioni Parlamentari” che riporta come titolo “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della diffusione illecita di contenuti tutelati dal diritto d’autore mediante le reti di comunicazione elettronica”.
Ecco come l’AGCOM potrà contrastare il “pezzotto”
Ma andiamo con ordine, e spieghiamo prima di tutto cosa è una IPTV illegale e cosa è un “pezzotto”. IPTV sta per Internet Protocol Television, cioè il metodo che le piattaforme dedicate usano per trasmettere i segnali televisivi attraverso la rete Internet.
Di per sé nulla di grave, se non fosse che la IPTV viene spesso associata a quello che si chiama “pezzotto”, ossia un decoder illegale che permette di scaricare e ricevere le IPTV private (ossia a pagamento) a pochi spicci.
Il “pezzotto” normalmente ha un costo una tantum tra i 50 ed i 100€. A questo costo bisogna poi aggiungere un abbonamento mensile, che di solito si aggira intorno ai 12 euro mensili, cioè molto meno di quanto costerebbe un abbonamento lecito a una TV a pagamento.
In questo senso, il testo redatto a favore di AGCOM prevede che quest’ultima possa, “con proprio provvedimento, ordinare ai prestatori di servizi, compresi i prestatori di accesso alla rete, di disabilitare l’accesso ai contenuti illeciti mediante il blocco della risoluzione DNS dei nomi di dominio, e il blocco all’instradamento del traffico di rete verso gli indirizzi IP“.
In parole povere, viene conferito alla AGCOM il potere autonomo di emettere provvedimenti e di comminare multe a chiunque fosse trovato in flagranza di reato, senza necessariamente dover chiedere permessi di sorta ad altri organi governativi preposti.
Inoltre, nei casi di “gravità e urgenza” riguardanti le trasmissioni in diretta, AGCOM avrà la possibilità di emettere provvedimenti cautelari abbreviati, anche senza contraddittorio, per “disabilitare l’accesso ai contenuti trasmessi abusivamente mediante blocco dei nomi a dominio e degli indirizzi IP“.
Tutte queste misure sono fondamentalmente tese a raggiungere un obiettivo sì ambizioso ma non impossibile: riuscire a smantellare ogni tipo di rete che operi nella trasmissione illegale, disabilitando ogni dominio che ne sia collegato.