Assange, siamo al capolinea: la Corte Inglese entro due mesi deciderà se estradarlo negli USA

Un tribunale inglese ha approvato in via del tutto formale l’estradizione di Julian Assange, fondatore di Wikileaks, negli Stati Uniti. Il provvedimento è stato deciso dal giudice della Westminster Magistrates’ Court di Londra, Paul Goldspring, per via dell’accusa di spionaggio a carico di Assange.

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WikiLeaks, possibile estradizione per Assange – MeteoWeek.com

La decisione finale comunque spetterà a Priti Patel, la ministro dell’interno britannico, dal momento che il co-fondatore di Wikileaks, che ha il diritto di appello, è apparso in videolink durante l’udienza della corte dei magistrati di Westminster, che uno dei suoi avvocati ha descritto come un “momento breve ma significativo del caso“.

L’avvocato Mark Summers QC, che ha parlato per Julian Assange, ha infatti detto al magistrato capo che non aveva altra scelta che inviare il caso al ministro degli interni. Patel dal canto suo avrà fino a due mesi per decidere se confermare o meno la richiesta, mentre Assange avrà la possibilità di ricorrere in appello entro il 18 maggio prossimo.

Assange, via libera all’estradizione ma potrebbe arrivare il ricorso

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Estradizione – MeteoWeek.com

Il via libera all’estradizione era stato dato dalla Corte Suprema del Regno Unito lo scorso 14 marzo, respingendo di fatto il ricorso di Assange, e aveva incaricato il giudice Goldspring di emettere l’ordinanza, anche se adesso la decisione spetta al governo.

Sono anni che Julian Assange cerca di evitare il processo negli Stati Uniti per l’accusa di spionaggio e di pubblicazione da parte di WikiLeaks di molti documenti classificati riguardanti le guerre in Iraq e in Afghanistan.

L’arresto di Assange e la detenzione sono seguite ai fatti del 2010, quando il co-fondatore di ha rivelato tramite il suo sito di divulgazione documenti statunitensi secretati, ricevuti dalla ex militare Chelsea Manning, riguardanti crimini di guerra.

Nonostante le accuse e l’arresto, Assange ha anche ricevuto svariati encomi da privati e personalità pubbliche, onorificenze (tra cui il Premio Sam Adams, la Medaglia d’oro per la Pace con la Giustizia dalla Fondazione Sydney Peace e il Premio per il Giornalismo Martha Gellhorn), ed è stato ripetutamente proposto per il Premio Nobel per la pace per la sua attività di informazione e trasparenza.

L’udienza presieduta da Goldspring è stata di durata molto breve, appena 7 minuti, e si è svolta dopo il rifiuto da parte della Corte Suprema, lo scorso mese, di accogliere l’appello di Assange contro l’estradizione. “In parole povere, ho il dovere di inviare il tuo caso al Segretario di Stato per una decisione”: queste le parole con cui Goldspring si è rivolto ad Assange a fine udienza.

All’udienza, Assange è comparso tramite video chiamata dal carcere di Belmarsh, vestito in giacca e cravatta, ed ha parlato solamente per dire il suo nome e la sua data di nascita. Nello stesso carcere, il mese scorso Assange ha sposato la sua compagna, Stella Moris, anche suo ex avvocato.

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