Hubble: la NASA studia le atmosfere più calde mai registrate prima d’ora

Il telescopio spaziale Hubble (HST) fu lanciato in orbita terrestre bassa nel 1990 ed è attualmente operativo. Nonostante non sia stato il primo telescopio spaziale, l’Hubble è uno dei più grandi e versatili, ed è ben conosciuto come strumento di ricerca di estrema importanza oltre che vessillo delle scienze astronomiche nell’immaginazione collettiva.

Telescopio Hubble 20220410 tech
Telescopio Hubble – MeteoWeek.com

Hubble al 2022 è ancora operativo e secondo le stime potrà funzionare fino al 2030-2040. Il suo successore, il James Webb Space Telescope (JWST), è stato lanciato il giorno di Natale del 2021, ma nel frattempo Hubble continua a dare informazioni molto preziose su quello che c’è nel cosmo.

L’ultima scoperta in ordine di tempo, che è stata comunicata dalla NASA, riguarda alcuni esopianeti grandi come Giove che registrano le temperature più alte mai registrate nell’atmosfera planetaria, con valori che superano i 3.000 gradi Fahrenheit, cioè 1.648 gradi centigradi.

Ecco cosa ha trovato e registrato Hubble sugli esopianeti di Giove

Esopianeta 20211224 tech
Esopianeta – MeteoWeek.com

Va da sé che le condizioni meteorologiche di questi esopianeti sono a dir poco proibitive: le temperature sono così alte che sono in grado di vaporizzare la maggior parte dei metalli, tra cui anche il titanio, ed è emerso che su uno dei pianeti, chiamato WASP-178b ci sono piogge di roccia vaporizzata, mentre su un altro, classificato come KELT-20b, l’atmosfera superiore diventa più calda invece che più fredda perché arroventata dall’intensa radiazione ultravioletta della vicina stella.

Questo tipo di studi rivela non solo quali siano i pianeti più inospitali che ci siano nell’universo, ma anche quale sia la diversità delle reazioni chimiche che avvengono sui pianeti e sugli esopianeti che sono nella nostra galassia. Lo spiega David Sing della Johns Hopkins University di Baltimora: “Non abbiamo ancora una buona comprensione delle condizioni metereologiche in diversi ambienti planetari – ha dichiarato – Per quanto riguarda la Terra tutte le nostre previsioni meteorologiche sono ancora perfettamente sintonizzate su ciò che possiamo misurare. Ma quando rivolgiamo lo sguardo verso un esopianeta distante le nostre capacità predittive sono limitate, perché non abbiamo costruito una teoria generale su come tutto in un’atmosfera si fonde e reagisce a condizioni estreme. Anche se conosciamo la chimica e la fisica di base, non sappiamo come poi si manifesterà in modi complessi”.

Alcune informazioni relative all’esopianeta WASP-178b raccolte da Hubble sono state pubblicate in un articolo comparso su Nature dello scorso 7 aprile, in cui si parla dell’esopianeta che si trova a 1.300 anni luce dalla Terra e dell’atmosfera ricca di monossido di silicio gassoso sulla parte diurna. Dal momento che un lato del pianeta è sempre rivolto verso la sua stella, l’atmosfera torrida viene spinta verso il lato notturno a velocità da superuragano di oltre 3.000 km/h.

Il monossido di silicio che si trova sul lato oscuro può raffreddarsi fino a formare una condensa, provocando così le pioggie rocciose. Sia all’alba che al tramonto, comunque, l’atmosfera è sufficientemente calda da vaporizzare direttamente la roccia.