Il mistero attorno al Pianeta Nove continua: la storia avvolta nel mistero ancora non ha pace

Sapevate che esiste un pianeta, precisamente Pianeta Nove, avvolto da un mistero?

Il mistero che avvolge il pianeta nove – MeteoWeek.com

Siamo abituati a guardare sempre più lontano e a immaginarci cosa c’è attorno a noi,  e il recente invio in orbita del potente telescopio spaziale James Webb ci consentirà molto presto di osservare le fasi primordiali di creazione dell’universo, da sempre un tratto affascinante per l’uomo. Eppure non tutti sanno il nostro sistema solare così come lo conosciamo è bel lontano dall’essere completo e c’è una teoria che aleggia da molti anni e che continua a dividere gli astronomi, quella dell’esistenza di un nono pianeta, da sempre un mistero mai risolto.

Non l’abbiamo mai osservato direttamente poiché la sua ipotetica distanza dal Sole lo renderebbe praticamente invisibile ai telescopi più raffinati e tecnologici che abbiamo ora, ma sono state raccolte molte prove indirette della sua esistenza, tanto da trasformarlo in un mistero. Non solo, sono state prese in considerazione anche diverse valutazioni sull’origine del Pianeta Nove, inclusa la sua possibile espulsione dalla fascia interna del sistema solare per colpa di giganti come Giove e Nettuno.  Il mistero del Pianeta Nove affonda le sue radici ben radicate in un’epoca in cui non eravamo a conoscenza nemmeno della fascia di Kuiper e degli oggetti transnettuniani, proviamo quindi a ricostruire un po’ di storia per vedere fino a che punto siamo arrivati.

Questione di dimensione… – MeteoWeek.com

Sull’ipotesi dell’esistenza di un pianeta di grandi dimensioni e non ancora individuato se ne parla da oltre un secolo e se ne continuerà a parlare. Per le prime ipotesi ossiamo infatti risalire ai primi anni del 1900 e all’intuizione di Percival Lowell. Secondo l’astronomo infatti, un pianeta lontano e mai individuato avrebbe potuto spiegare le particolari orbite di Urano e Nettuno, altrimenti inspiegabili.

Clyde Tombaugh, negli anni 30, continuò la ricerca di Lowell e scoprì Plutone, ma fu presto determinato che il pianeta era troppo piccolo per qualificarsi come il fuggente Pianeta X, che invece doveva essere di dimensioni giganti, e sappiamo tutti che fine ha fatto Plutone (povero).

Le previsioni e le ricerche per un pianeta gigante al di là Nettuno continuarono fino al 1993 ma senza avere risposte certe o particolari fenomeni rivelatori, poi lo scienziato del Jet Propulsion Laboratory, Myles Standish pubblicò un aggiornamento sulle posizioni previste di ogni oggetto nel sistema solare utilizzando gli ultimi dati ottenuti dalle accurate misurazioni effettuate grazie alla prima navicella Voyager. Standish mostrò in modo chiaro che tutti i pianeti erano esattamente dove avrebbero dovuto essere, e che quindi funzionava già bene così. E così dopo un secolo di ricerca del Pianeta X tutto era stato chiarito e di questo misterioso corpo celeste non sembrava esserne traccia, è diventato una leggenda .Nel 2003 fu scoperto però un corpo celeste, classificato poi come pianeta nano, chiamato Sedna e posizionato nella parte più esterna del sistema solare. La scoperta, nel 2004, ha portato a ipotizzare che il pianeta nano avesse qualche forma di interazione con un corpo celeste di grandi dimensioni e qui entra in gioco ancora il Pianeta Nove .  Nel 2014 venne scoperto un corpo celeste chiamato 2012 VP, la cui distanza al perielio di 80 UA e l’orbita molto simile a quella di Sedna rafforzarono l’ipotesi che forse, il Pianeta Nove non era totalmente un’utopia.

La forza gravitazionale del pianeta nove – MeteoWeek.com

Ma l’ipotesi di un misterioso pianeta nove si fece risentire prepotentemente nel 2016, quando Batygin e Brown del California Institute of Technology, i due ricercatori, che dal 1998 stavano osservando la volta celeste alla sua ricerca disperata su cui avevano basato il loro progetto, affermarono che le orbite di sei ETNO potevano essere spiegate dalla presenza del Pianeta Nove, e basta. In pratica, i sei oggetti più distanti del sistema solare con orbite oltre Nettuno si allineavano tutti misteriosamente in una direzione, come attirati da qualcosa.Se visti in tre dimensioni, si inclinavano tutti in modo quasi identico rispetto al piano del sistema solare, segno di un’influenza gravitazionale non ancora identificata, e quindi la presenza del Pianeta Nove. Secondo i due astronomi questa era la prova schiacciante dell’esistenza del Pianeta e, se ci si basa sui dati raccolti, si riforma nel disegnare anche la sua possibile orbita e non solo, ne descrissero alcune caratteristiche.

Secondo i loro studi, il pianeta potrebbe avere una massa circa 5 o 10 volte quella della nostra Terra, un raggio 2 o 4 volte superiore, ma ancora una volta si tratta di ipotesi basate sui calcoli orbitali non ancora precisi al 100%. Ci troviamo di fronte alla conferma dell’esistenza del Pianeta 9?forse. I due astronomi  non hanno dubbi in merito, eppure la prova definitiva continua a mancare, c’è sempre quel dettaglio che mette il dubbio in mezzo. Tra i tentativi più recenti di individuazione c’è quello portato avanti da un team di ricercatori guidato dallo scienziato Sigurd Naess presso l’Istituto di Astrofisica Teorica dell’Università di Oslo in Norvegia.

“Abbiamo una sensibilità sufficiente alla radiazione della lunghezza d’onda delle microonde per rilevare eventualmente l’emissione termica del Pianeta Nove e abbiamo osservato un’ampia fascia di cielo dove potrebbe trovarsi il Pianeta Nove”.

Tutto potrebbe cambiare con i nuovi telescopi in arrivo, incluso l’ Osservatorio Vera Rubin in Cile , grazie al quale gli astronomi potrebbero finalmente avere gli strumenti necessari per rilevare qualcosa di così debole e distante e dargli finalmente un nome e un senso. L’Osservatorio Rubin ospiterà il Simonyi Survey Telescope, un telescopio riflettore ad ampio campo con uno specchio primario di 8,4 metri che fotograferà l’intero cielo disponibile a intervalli notturni regolari e in maniera costante.  Il telescopio utilizzerà un nuovo design a tre specchi che consentirà di ottenere immagini nitide su un campo visivo molto ampio.