Stonehenge, il cerchio dei misteri, potrebbe essere un enorme calendario basato su un anno di 365.25 giorni, del tutto simile a quelli usati in Egitto, di cui noi non sapevamo l’esistenza: la scoperta che cambia tutto e che mette in tavola diverse carte da giocare
Per lungo, anzi lunghissimo tempo, gli studiosi hanno ipotizzato, analizzato e sono arrivati alla conclusione che la composizione monumentale di Stonehenge potesse essere una sorta di calendario preistorico usato dalle civiltà di quel tempo per tener conto dei giorni, dei solstizi e tanto altro. Non è mai stato chiaro come potesse funzionare questo affascinante calcolatore del tempo neolitico che noi ora possiamo solo vedere da lontano, ma uno studio appena pubblicato sulla rivista Antiquity dell’Università di Cambridge potrebbe finalmente rivelare uno dei grandi misteri di Stonehenge e dare un senso ad alcune teorie.
Stonehenge come un calendario? Sì.
Che Stonehenge potesse essere un’enorme struttura usata per misurare il tempo è un’ipotesi diffusa da anni e quella più calcata, tra gli studiosi. Quanto al funzionamento del meccanismo che ne secerne, però, non si era ancora riusciti ad individuarlo per davvero, lasciando il mistero a dominare la scena e ad attirare turisti. Secondo la ricerca di Tim Darvill, dell’Università britannica di Bournemouth, Stonehenge funzionava più o meno come il calendario solare usato nell’antico Egitto, che era basato su un anno della durata di 365,25 giorni.
Secondo le analisi di Darvill, ognuna delle pietre di sarsen, alcune indistruttibili, che costituiscono Stonehenge rappresenta un giorno del mese: “è un calendario perpetuo che si ricalibra ad ogni tramonto del solstizio d’inverno”, che avrebbe consentito alle antiche popolazioni del Wiltshire di tenere traccia del passare dei mesi e degli anni nel modo più accurato possibile.
La chiave per risolvere il mistero del calendario di Stonehenge è arrivata da una scoperta del 2020, durante la pandemia: le pietre di Stonehenge provengono tutte più o meno dalla stessa area, a circa 25 chilometri da sito neolitico quindi non hanno fatto tanta strada, e sono state trasportate verso la loro attuale posizione in un arco di tempo piuttosto ristretto, si parla di settimane. Il fatto che le rocce di Stonehenge provengano quasi tutte dallo stesso punto, secondo Darvill, è un dato che contiene un messaggio più che chiaro: “le pietre presentano un’unità“, in un certo senso, quindi potrebbero essere state parte di un unico meccanismo con un unico scopo.
Come leggere Stonehenge?
Le pietre di Stonehenge come sappiamo anche guardando la foto qui sopra, sono disposte in tre differenti formazioni: 30 pietre formano il grande cerchio che dà l’aspetto al monumentale cromlech, 4 pietre “stazione” sono posizionate in forma di rettangolo al di fuori del cerchio, e il resto delle pietre sono disposte in 5 triliti che si trovano all’interno del cerchio.
Come sottolinea Darvill “30, 5 e 4 sono numeri interessanti se si pensa al calendario: quei 30 montanti intorno al cerchio principale si adatterebbero molto bene a rappresentare i giorni del mese“.
Partendo da questo presupposto, “moltiplica 30 per 12 ed ottieni 360” continua lo studioso “e aggiungendo gli altri 5 dai triliti centrali ottieni 365“. In questo senso, le 4 pietre che possiamo chiamare “stazione” rimaste fuori dai calcoli avrebbero il senso di monitorare e tener conto dello trascorrere degli anni che oggi chiamiamo bisestili, che aggiungendo un giorno al calendario ogni 4 anni “sistemano” la lieve discrepanza tra il nostro calendario e la durata dell’anno solare. (il nostro 29 febbraio per farne un esempio)
Secondo Darvill, i 5 triliti di Stonehenge potrebbero rappresentare 5 giorni particolari a ridosso del solstizio d’inverno, che si rifanno alla tradizione dei calendari usati nell’antico Egitto e presi come esempio, che prevedevano mesi di 30 giorni ed un mese aggiuntivo di 5 giorni cui era associato un profondo significato religioso e che probabilmente serviva come “festività”. Ma se anche, come suggeriscono altri studiosi, il sistema di Stonehenge non avesse alcun collegamento con la cultura orientale, la scoperta che ci indica come leggere il monumentale calendario potrebbe cambiare buona parte di quel che sappiamo sul misterioso sito neolitico e aggiungere mistero a questo cerchio.