Cina e Bitcoin: la guerra è aperta ed ecco la rezione delle borse

La guerra della Cina al Bitcoin ha appena raggiunto un nuovo livello. A partire da luglio, la metà dei minatori di Bitcoin è stata tagliata fuori. Questo a causa delle restrizioni imposte dalla Cina.

Come la Cina sta affrontando la criptovaluta – MeteoWeek.com

Il governo cinese sta facendo tutto il possibile per far scomparire i Bitcoin e le altre criptovalute dai propri sistemi finanziari e dalla propria economia.

Con la chiusura delle piataforme di scambio di criptovalute, per cinesi e coreani sta diventando quasi impossibile operare sui Bitcoin, con evidenti ripercussioni sul mercato, infatti in quest’ultimo mese ha avuto un calo di circa 6000 dollari.

Lo scorso maggio a Pechino era stata approvata una serie di norme che miravano a frenare i sistemi di pagamento elettronici fondati su bitcoin e simili.

La decisione aveva di fatto bloccato le mining farm ed esautorato le principali banche dal prestare tali servizi.

Oggi arriva un giro di vite ulteriore, dal momento che la Banca Popolare Cinese PBOC, che detiene la gestione della politica monetaria e il potere di regolamentazione delle istituzioni finanziarie del paese, ha appena disposto la chiusura di una società che pare continui a fornire servizi in valuta digitale in aperto contrasto alle leggi in vigore.

Se l’obiettivo della Cina era quello di uccidere Bitcoin chiudendo il 50% della capacità mineraria e vietando il commercio, abbattendone così il valore per punire i possessori cinesi, non ha funzionato.
Il Bitcoin ha dimostrato la sua resilienza e le operazioni si sono appena spostate in altri paesi.” fanno sapere i portavoce.

Alcuni osservatori hanno parlato di 3 differenti teorie. Vediamo meglio di cosa si tratta.

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Esaminiamo le tre teorie raccolte sul web

Le tre teorie sui bitcoin in Cina – MeteoWeek.com

A Pechino, è stata imposta una escalation per non permettere alla popolazione di commerciare criptovalute di ogni genere, e inoltre fra poco tempo saranno vietate anche tutte le piattaforme di trading. Il governo ha aggiunto che saranno banditi tutti i siti e servizi che permettono l’acquisto di criptovalute.

  • l’autoritario regime cinese ha da sempre voluto imprimere una spinta all’ordine pubblico. Le criptovalute sono state a lungo sinonimo di criminalità nel continente.
    Il più grande schema Ponzi in criptovaluta ad oggi conosciuto è stato il cosiddetto “Plus Token”, un progetto cinese che ha visto il furto di ben 5,7 miliardi di dollari.
  • la Cina sta aprendo la pista per il proprio yuan digitale, una valuta della banca centrale, e quindi con valore legale?
    Lo yuan digitale potrebbe, in teoria, consentire al governo un maggiore potere di monitorare la spesa in tempo reale, rendendo il Bitcoin inutile. Ma alcuni esperti non sostengono credibile questa teoria, perché si tratterrebbe di due cose diverse
  • il governo cinese intende arginare i deflussi di capitale tramite criptovalute. Per la Cina la fuga dallo yuan verso le criptovalute sta diventando un grosso problema.

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Come si sta comportando la Corea?

E la Corea? – MeteoWeek.com

La Corea, teme il cambio delle criptovalute, infatti la settimana scorsa le autorità coreane hanno bloccato tutte le operazioni sulle criptovalute.

Ma la Corea non sembra intenzionata a fare solo questo: il Governo ha annunciato di essere pronto a provvedimenti per vietare il trading di criptovalute e di impedire ai possessori di criptovalute di essere anonimi. A mettere paura alla Corea è statà infatti la prova della instabilità della moneta. Basta pensare che a dicembre il Bitcoin è passato da 10.000 dollari fino a circa 20.000 dollari, con scambi giornalieri intorno ai 30 miliardi di dollari di controvalore.

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