Home News Per Uber termina l’incubo commissariamento: “non avvenne sfruttamento dei riders”

Per Uber termina l’incubo commissariamento: “non avvenne sfruttamento dei riders”

Secondo i commissari, la società ha migliorato retribuzioni e condizioni di lavoro dei riders.

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Il pm di Milano Paolo Storari ha chiesto la revoca immediata dell’amministrazione giudiziaria che era stata disposta nei confronti di Uber Italy a fine maggio del 2020.

Stiamo parlando del fatto accaduto alla filiale italiana del gruppo americano, per caporalato, in particolare per lo sfruttamento dei rider addetti alle consegne di cibo per il servizio Uber Eats.

La mia paga era sempre di 3 euro a consegna indipendentemente dal giorno e dall’ora“. Lo ha messo a verbale un rider che ha lavorato per il servizio Uber Eats, come emerge dal decreto con cui è stata commissariata la filiale italiana.

Per i giudici di Milano, Uber, attraverso società di intermediazione di manodopera, avrebbe sfruttato migranti “provenienti” da contesti di guerra, “richiedenti asilo” e persone che dimoravano in “centri di accoglienza temporanei” e in “stato di bisogno“.

Per l’accusa, l’emergenza Covid e l’esplosione dei servizi di consegna a domicilio “potrebbe aver provocato anche reclutamenti a valanga e non controllati” di fattorini, in un “regime di sopraffazione” di soggetti “reclutati in una situazione di emarginazione sociale“, aggravata “dall’emergenza sanitaria a seguito della quale l’utilizzo dei rider è progressivamente aumentato a causa dei restringimenti alla libertà di circolazione“.

Così si legge nel mandato di denuncia ai danni dell’azienda.

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La richiesta  di revoca si basa sulla relazione positiva degli amministratori giudiziari, dopo il commissariamento per caporalato sui rider.

La Sezione misure di prevenzione del Tribunale milanese deciderà nei prossimi giorni come agire al riguardo, il cui termine per la decisione è di 15 giorni.

Nell’udienza Cesare Meroni e gli altri due amministratori giudiziari, nominati dal Tribunale (il commissariamento disposto è per un anno ma potrebbe essere revocato), davanti alla sezione presieduta da Fabio Roia, al pm Paolo Storari e ai legali della società, hanno illustrato la relazione e, in particolare, i protocolli per la sicurezza e la salute dei rider che sono stati adottati in questi mesi.


Come dicevamo, l’amministrazione straordinaria era stata disposta nel maggio 2020 dopo che erano emerse condizioni lavorative dei ciclo-fattorini da caporalato.

Ora, secondo i commissari, la società ha migliorato retribuzioni e condizioni di lavoro dei riders. Pochi giorni fa l’avvio di una nuova inchiesta della procura di Milano sui rapporti di lavoro di tutte le società di consegna cibo a domicilio.

Dal rapporto arrivato in questi giorni, emerge che Uber Eats Italy si è dimostrata “sensibile ed efficiente” nell’eliminare ogni forma di sfruttamento e caporalato e c’è stato un “progresso culturale da parte della società sia per il miglioramento della sua organizzazione sia nell’ambito dei rapporti coi rider per la loro tutela e sicurezza”.
Dalla relazione è emerso anche che le “tariffe” applicate rispettano il contratto nazionale e sono anche migliorative.
Un salto avanti rispetto alle accuse di sfruttamento nel quale era caduta la società, seguita da famose come Just Eat e Glovo, che hanno smosso subito la causa.
Staremo a vedere come procederà la situazione.
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